La foresta e i suoi abitanti son svegli da un pezzo per prepararsi alla giornata che li attende. Il cielo ha i colori della magia, dove gli ingredienti si sperimentano per trovare il risultato più convincente. C’è chi per la prima volta giunge nelle terre lontane e chi invece è fedele al suo amore musicale e lo ritrova d’estate. I ricordi passati salgono sul palcoscenico insieme a quelli futuri con l’intento di ricordati, come post-it sugli occhi, ciò che è stato. I minuti esplodono come fuochi d’artificio in aria e l’adrenalina cresce velocemente, è la giornata dove il regno si riunisce e festeggia la musica. I posti a sedere sono infiniti e le orecchie da sfamare altrettante. I cancelli si aprono e con loro i primi passi si animano di vita propria.
L’incantesimo ha inizio, la Maison Orchestra intrattiene con la sua scenografia umana il pubblico. Una musica accattivante senza dimora prende forma per poi dissolversi e lasciare il posto ai Tre Allegri ragazzi Morti. Un tuffo nel percorso musicale vecchio e nuovo evidenzia l’esperienza e la bravura di cantare la lingua italiana come pochi sanno fare. “Dimmi che cos’è che fa la vita storta“ canta Toffolo in “La via di casa”, ma è difficile scovare qualcosa che non va in questa grande festa. Dal Giardino dei Fantasmi si passa a Quintale, un macigno di suoni forti e parole possenti rispecchiate perfettamente dall’equilibrio Dorella-Succi. I Bachi da Pietra si mangiano il tempo a disposizione, senza risparmiare niente e nessuno. L’atmosfera cambia con Umberto Maria Giardini, il bianco del suo completo attira la luce diurna e la ridona al pubblico con classe e precisione. Gli occhiali da sole di Maria Antonietta segnano il cambio palco, una chitarra e una voce femminile pronta a narrare le sue nuove storie. Dalla novità alla conferma, Giorgio Canali & Rossofuoco prendono per mano il pubblico e lo mettono con le spalle al muro. “Come se fosse la prima volta che ci s’innamora…come se ci servisse un motivo in più per sentire crescere questa irrefrenabile voglia di spaccare tutto” e di spaccare tutto con la propria voce Canali ne è sempre in
grado, poco importa se lo fa come un pugno nello stomaco. Con il corpo reduce dalla precedente performance gli Altro di Alessandro Baronciani s’impossessano dei loro strumenti. Una scintilla di energia si libera dai tre componenti del gruppo e come un boomerang torna sempre indietro. Tocca al Pan del Diavolo tenere alta la voglia di festeggiare, i consensi ormai si sprecano in urli di partecipazione. I testi come frecce, vengono impugnati sapientemente da Alessandro Alosi e colpiscono il centro senza far male. La fine del live infuoca ogni cosa e scalda la scena per i Massimo Volume, un ritorno tanto atteso prima dell’uscita del nuovo album. Clementi brilla nella sua eleganza tra fumi e luci colorate, impossibile non rimanere intrappolati nella tela che tesse brano dopo brano. Aggrappati alle sue parole leggere ma pesati ci sediamo su sgabelli invisibili e riceviamo qualcosa di più di un concerto, una narrazione senza fine quasi una cattiva abitudine condannata a ripetersi. I Fine Before You
Came, nel frattempo sono pronti a condividere il loro nuovo, inaspettato EP Come fare a non tornare. Il primo accordo e il pubblico è già in estasi. Canzoni in grado di sbatterti la vita in faccia senza chiederti niente, se non rispondere con le rime a ciò che Jacopo ti comunica, non solo con le corde vocali, ma con tutto il corpo e con tutti i suoi lividi. Determinati a sfidare gli equilibri dei ponteggi per sopravvivere a un’altra miscela di emozioni e confermare alcune certezze: “ci sono un paio di cose che proprio non tornano…nonostante questo… Non cambieremo mai”. I festeggiamenti son quasi al capolinea, gli Aucan e gli Iori’s Eyes concludono la grande sfilata iniziata col caldo sole pomeridiano. Suggestioni elettroniche e presenze sceniche di stampo estero più che italiano, rendono omaggio a tutti quelli che per una notte sono stati il motore della Tempesta. La foresta sta per andare a dormire insieme ai suoi abitanti, ma prima di salutare le ultime luci accolgono le scelte musicali di UfoDJ. Definire un’etichetta musicale o un collettivo di artisti la Tempesta è riduttivo, dietro questa macchina ci son cose e persone che continuano a credere al potere della musica, l’unica in grado di cambiare le persone e trasformare i luoghi qualunque essi siano.
Foto e testo: Jessica Bartolini