Dopo due ep che avevano piacevolmente incuriosito, ecco Shipwrecks, il primo album dei Videodreams, band formata dai fratelli Filippo e Marco Marra. Un album che supera le aspettative: prova full lenght ampiamente superata per i Videodreams che realizzano un album tutto da ascoltare senza un momento di caduta.
È un’onirica leggerezza elettronica che ci avvolge come in un bozzolo di seta, per poi liberarci nelle onde di un mare dove naufragare è dolce. La poesia dell’album è fatta di unione perfetta di musica e testi. La prima accarezza di shoegaze e di soft-rock che richiama non solo i sempiterni Radiohead ma soprattutto i mitici Cocteau Twins, e sono solo evocazioni, ottime e apprezzatissime reminiscenze, perchè il resto lo fanno i fratelli Marra, con la loro intensa poetica che si evidenzia particolarmente in “Desire becomes destiny”, “Break”, “Desert”, “Two lost souls”. E mette radici nelle influenze cultural-letterarie che sottendono il disco, e che vanno da Alejandro Jodorowski a Paul Eluard. Dalla sapiente analisi jodorowskiana dei Tarocchi, i Videodreams forse mutuano quel concetto di continua rinascita che fa da filo rosso. Il titolo, “Naufragi”, è una metafora qui usata per descrivere quei momenti in cui bisogna mettere in discussione tutto, prendere decisioni fondamentali, affogare nell’abbandono e poi tornare al mondo con una nuova pelle, ad apprezzare di più ciò che si ha.
La Morte, il Bagatto, per tornare agli Arcani Maggiori. Di arcano l’album ha il respiro, ma la musica è chiara e limpida come un ruscello delle montagne di Carnia dove i Videodreams sono nati qualche anno fa.
(David Drago)