Sara Corre. Come il titolo di quel film, quello in cui la protagonista però si chiamava Lola, doveva correre e trovare i soldi per salvare il fidanzato preso in ostaggio da un gruppo di malavitosi. Sara Ardizzoni non ha nessun fidanzato da salvare (o almeno spero) ma corre velocemente, anzi in questi giorni più che correre ha spiccato il volo grazie a grosse ali da falena.
Tutto è iniziato nel 2011 quando i due gruppi in cui milita, gli splendidi Pazi Mine ed i Pilat Ternera, finiscono in una fase di stallo (lo sono tutt’ora), da quel momento Sara ha raccolto fiato ed energie per andare incontro al desiderio di pubblicare il suo esordio solista, quel bruco ha saputo pazientemente aspettare due anni prima di mostrarsi a noi come farfalla dai segni sulle ali simili a pugnali. Una latente aggressività dipinta su sottili strumenti di volo.
Dagger Moth è il nome che si è scelta ma è anche il titolo del disco in cui sono racchiusi dodici racconti sonori totalmente autoprodotti e arrangiati. C’era la possibilità di poter strafare, aggiungere strumenti e percussioni, accumulare suoni su suoni, mille altre suggestioni musicali col rischio finale di mostrasi artefatta e lontana dalla reale dimensione live, luogo e ambiente ideale in cui Sara si muove come unico elemento di scena. Come lei stessa ammette “Essendo da sola sarebbe stato facile farsi prendere la mano aggiungendo layer e layer di “strumenti virtuali”, e non, agli arrangiamenti. Ma poi che senso avrebbe avuto sovrarrangiare tutto? volevo registrare qualcosa di fedele a quanto potevo fare con due braccia e due piedi, quindi mi sono imposta dei limiti, cercando di mantenere i brani abbastanza scarni ma non troppo. E anche cercando “altri” modi di usare la loop station, non solo per procedere, come fanno quasi tutti, per strati successivi.
Tuttavia la musicista ferrarese non si è tirata indietro quando si è trattato di scegliere alcune collaborazioni, mai invadenti ma rivelatesi molto preziose: le tracce sono state registrate assieme a Giorgio Canali il quale si espone ulteriormente nell’episodio conclusivo, “Mind The Gap”, in cui grattugia la sua voce su un post-blues acido e spaziale; Nell’intimità sensuale della iniziale “Out Of Shot” troviamo Joe Lally dei Fugazi (voce, basso, beat e synth); il compositore Alfonso Santimone, bravo invece a spruzzare di elettronica e gocce di piano “Crushed Velvet”, infine Luca Bottigliero (Mesmerico, One Dimensional Man, Lucertulas) che in “Deadwood” non mostra il suo possente drumming per il quale è conosciuto ma si limita ad un calibrato miscuglio di glitches minimali impastati su beat granulosi.
Il paesaggio dentro il quale si muove la “falena” è impastato con la vividità del presente e l’immaterialità dei sogni (la parola “dream” infatti compare spesso nei testi) mentre ciò che scorre davanti agli occhi, e dentro le orecchie assume colorazioni diverse e cangianti: un bianco intenso immobilizza corpo e pensieri (“Ghost”); rivoli di luce diventano assenza vertiginosa (“Mind The Gap”); semioscurità che rende impotenti (“Out Of Shot”); verde abbagliante su cui striscia un fingerpicking delicato (“Mono No Aware”); il grigiore di un cielo autunnale lungo e appuntito (“Autumn Solo”) ed un nero, sempre presente ma mai completamente oscuro, aleggia nelle liriche, sporca un po’ tutte le tracce, avvolge malinconicamente il cantato di Sara insinuandosi anche e soprattutto nella seicorde che in alcuni episodi viaggia in solitaria liberandosi dalle altre sovrastrutture sonore, quando non presenti i flebili beat a ricordare un cuore vivo e pulsante, o la voce a prendere per mano tenendo compagnia in questo viaggio introspettivo di Dagger Moth.
Dunque il bruco ha aspettato due anni per trasformarsi in splendente falena, delicata nel figurarsi al mondo ma capace di slanci noise ruvidi e determinati, grande padronanza dello strumento chitarra intrecciata ad irregolari texture elettroniche, il tutto ben rappresentato dalla suggestiva copertina ad opera di Davide Pedriali. Dodici personali storie cantate attraverso la voce di una donna che non vuole assomigliare a nessun altra, nasce e si muove come esemplare unico… e in questo debutto ci riesce bene.
(Dagger Moth è in anteprima esclusiva su Shiver per tutta la settimana)
(Antonio Capone)