Nonostante le notizie che filtrano dal web sulla critica situazione in cui versa l’economia Greca, sulle grosse pressioni perpetrate dai piani alti dell’Europa su una politica di austerità, che forse sarebbe meglio chiamare “soffocamento sociale”, ai danni delle categorie meno abbienti e sugli scontri quasi giornalieri tra manifestanti che rivendicano il diritto alla vita e chi invece protegge i palazzi del potere per fortuna c’è ancora qualcuno in quelle zone capace di allentare la pressione attraverso la musica, anche se qui si tratta di post punk con retaggi dark wave, quindi non proprio un genere musicale da poter canticchiare sotto la doccia o col quale sentirsi in pace col mondo circostante. I Wonky Doll and the Echo sono un quartetto proveniente dalla capitale Atene e Pleasant Thoughts è la prima prova su lunga distanza pubblicata quasi allo scadere del 2012.
Una copertina naif raffigurante una stanza buia sul cui pavimento optical è poggiato un grammofono con un disco che sicuramente sta suonando ciò che io in questo momento sto ascoltando, cioè i nove pezzi che compongono l’esordio dei greci, ed una finestra quadrata la cui luce esterna, forte ed abbagliante, illumina l’interno dell’abitazione ed il suo desueto strumento di propagazione musicale rimanda ad un’estetica, grafica e musicale, che non ha nulla di moderno o innovativo, dentro la quale i nove “pensieri piacevoli” trovano terreno fertile in declinazioni sonore poco limpide tipiche di quegli anni, gli ’80, in cui per le strade inglesi vedevi girare personaggi iper cotonati che predicavano il verbo dark o la sua versione più dura, post punk, alternarsi ai più malleabili, ma non meno appariscenti, seguaci di quel New Romantic tra cui anche un certo Dave Gahan, tra gli altri, muoveva i suoi primi passi da musicista imberbe. E si trovano appunto echi lontani dei primi Depeche Mode in “Something is wrong with you” che flirtano col Bowie di “Let’s Dance” nella terza traccia “Physical”, poi diventa tutto un rincorrersi di carezzevole new wave (nel trittico “From town to town”, “Obsession”, “Pleasant Toughts”), ma anche scarna e affascinante in “Treasure”, o macchiata dall'”amore sanguinario” Killing Jokeiano catturato in apertura ed in chiusura di album rispettivamente con “The Cut” e “When You Sleep”.
Questo “Pleasant Thougths” è un debutto che risente fisiologicamente delle palesi influenze cui i quattro musicisti di Atene si circondano, nonostante ciò il disco scorre via piacevolmente senza grosse difficoltà, di contro anche senza un brano che domini sugli altri. D’altronde stiamo parlando di un debutto fatto di nove “pensieri piacevoli”, un’inconscia dichiarazione d’intenti già dal titolo, probabilmente per il “Pensiero Stupendo” (prendo in prestito la Pravo e Fossati solo per assonanze di titoli) bisognerà aspettare il secondo album.
(Antonio Capone)