Folk a più non posso. Suoni morbidi, acustici. Sembra di rivivere la natura, il suono delle foglie al vento, gocce d’acqua sul legno. Un folk d’oltreoceano, tra Canada e L.A., quello che ci propone VIVA LION! (nome d’arte di Daniele Cardinale) nel suo esordio The Green Dot.
Un Ep di 5 tracce, fatto di collaborazioni e una bellissima cover in chiusura del disco, la “Footloose” dall’omonimo film degli anni ’80, stravolta e rivista, con l’aiuto di Pierluigi Ferrantini leader dei Velvet (anche produttore del disco). La traccia è stata scelta come conclusione del disco, ma in questo caso facciamo un percorso a ritroso. “Lose your blues, everybody cut footloose”, questa è l’esortazione ad abbandonare la malinconia, lasciarsi andare. Mentre io chiedo di abbracciare un leggero filo di malinconia per addentrarsi nel centro del “green dot”. Perché un senso malinconico si percepisce, ma non dispiace. Il senso della lontananza, un oceano fra due persone, albe e tramonti sfasati li troviamo in “Goodmorning/Goodnight” (w/Megan Pfefferkoorn) . Quando uno si sveglia, l’altro va a dormire. C’è il senso di abbandono, di quando senti che non ce la puoi fare e vorresti abbandonare tutto, partendo da te stesso, lasciarti andare. Quando non riesci più a vedere i colori, piccoli attimi di sconforto quelli di “The Thrill”. Ma il sole torna, sempre, brillando, riflettendosi nelle gocce di pioggia dopo una nera tempesta. Crea arcobaleni di luce, torna la speranza ed è quella di “Some investments are recession proof” (w/Roads Collide) Non si parla di finanze e freddi numeri, ma di investimenti importanti. Quelli sulla vita, l’amore. Capitali strani, i sentimenti. Chiudendo, sono rimasto colpito, dalla traccia iniziale. “Even if” (w/Gipsy Rufina). Come spiega anche lo stesso VIVA LION! una sorta di filastrocca. E si sentono, l’infanzia, le belle speranze che porta con sé, il fatto di avere tutta una vita davanti. Quando molte cose sono ancora sconosciute, il tempo è dilatato, non devi correre dietro a niente. Una serena consapevolezza, che ancora tutto è possibile.
Ho trovato in VIVA LION! Delle bellissime morbidezze folk, di un folk che reputo elegante. Una bellissima direzione. Una sapiente mescolanza di malinconie e speranze, di goodmorning e goodnight. Un lavoro onesto, sincero, di cui attendo un seguito, un capitolo completo.
(Francesco Orietti)