Game Over è il secondo album di Adam Radmall, alias PlusPlus, chitarrista dei Plantman; il disco è interamente strumentale ed è caratterizzato da melodie malinconiche, e spesso persistenti, di chitarra e tastiera accompagnate di quando in quando da una sottile linea di basso e da parti di batteria semplici ma efficaci. Radmall, oltre che unico autore, è anche unico esecutore dell’intero disco, eccetto che per tastiera e batteria in “Kerouak” e batteria in “Echoes”, che sono suonate da Bryan Styles.
“Animal Masks” apre il disco con la registrazione di alcune voci, le uniche del disco, visto che non ci sono parti cantate, per poi introdurre alcuni suoni di tastiere e flauti che esprimono già la sensazione di tranquilla malinconia che tutto il lavoro ci trasmette. Lo stile caratteristico di questo disco comprende principalmente arpeggi di chitarra che si ripetono tristi e che vengono avvolti ed abbracciati da linee di tastiera che trasmettono una tensione continua e spesso crescente, mentre un po’ in sottofondo il suono della batteria, ed in particolare il charleston, si fa sentire preciso e costante: esattamente così è costruita la traccia numero 4, “Broken Doors” e similmente il secondo pezzo del disco, “Song for Sonny” che è però caratterizzato da una maggiore complessità. Nella nota di presentazione dell’album, alla voce “stile”, troviamo scritto non solo “instrumental”, ma anche “folk” e “acoustic” e proprio la title track, la breve “Game Over” è caratterizzata da due insistenti tracce ritmiche di chitarra acustica a cui si sovrappone un tema elettrico avvolto da suoni celestiali di tastiere per poi chiudere il pezzo con un giro orecchiabile di tastiera che finisce all’improvviso. Il tutto in soli 2:32 minuti! Anche la successiva traccia, “The Old Country”, è dominata dalla chitarra acustica, stavolta arpeggiata, che “parla” per alcuni minuti, solo a tratti affiancata da tastiere.
L’album è nel complesso interessante e coinvolgente, d’atmosfera e rilassante, con bei suoni e piacevoli melodie che sembrano trasportare per poco più di mezz’ora (esattamente 34:11) in un piacevole e riposante sogno.
(Alessandro Dati)