Pop, electro-pop, technological-mac-pop. Praticamente su una stessa nota: “La memoria allocata fisica deframmenta il disco rigido, di notte lo fa da sè, sogna più di te, e la mattina non è più lento”. È il singolo di lancio “Memoria allocata” che aticipa il debutto full lenght di Omid Jazi, Onde alfa, che esce il 29 gennaio per la label Hot Studio, e farà felice chi si sente ancora orfano dei Bluvertigo e dei Soerba. Dopo l’ep “Lenea” del febbraio 2012, il musicista umbro-emiliano (che suona con Nevruz Joku nei duo Water in face ed ha accompagnato i Verdena nel loro ultimo tour come chitarrista/tastierista/corista) torna con un album prodotto da lui stesso e registrato nel suo Hot Studio vicino Modena. Omid Jazi presenterà “Onde Alfa” il 12 febbraio prossimo al Rocket di Milano per Indierocket night: è un album concepito interamente su un Macbook portatile, che confessa influenze che spaziano da Bjork ai Depeche Mode passando per David Lynch, John Lennon e la psichedelia anni Sessanta: autodefinizione talmente eterogenea che rende curiosissimi. Altra confessione: le liriche sarebbero state scritte durante il sonno. E magari lo ascolteremo dormendo. Mentre lo aspettiamo, ecco il singolo “Memoria allocata”, chiave di lettura tecno-mitica di tutto il disco (“come i serpenti si incantano sui sensi”: avrà sognato la Medusa), tra archetipi, inconscio collettivo, e gelida carnalità. È un pezzo digital-sensuale. Ma non è tutto macbook quello che suona. Omid Jazi contribuisce a sfatare il mito già traballante delle costose produzioni e sposa il “fai da te”: in veste di produttore e ingegnere del suono ha miscelato l’analogico e il digitale usando gli strumenti che aveva in studio, da amplificatori Fender dei primissimi anni ’60, a tastiere analogiche anni 80 come la Juno6, passando dai più recenti synth/sequencer giocattolo come il Kaossilator Pro. In alcuni brani del disco suona il batterista Federico Alberghini, dei Three In One Gentleman Suit.
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