Dietro la sigla Bypass Fx si celano i due fiorentini Filippo Montevidoni e Simone Scardigli (anche noto con l’alias Dj Skatizzi) che si dividono tra chitarre effettate, basso, tastiere, sintetizzatori e drum machine per dare sostanza ad un lavoro disco-funky senza tempo: potrebbe essere uscito dritto-dritto dagli anni ’70 per la sua organicità rigorosa che trasporta dalla prima all’undicesima traccia senza quasi rendere conto all’ascoltatore del susseguirsi dei brani; presenta inoltre effetti sonori tipicamente anni ’80, giusto per rendere al passo coi tempi la materia trattata (eh si, il revival eighties si fa sentire anche nel caso dei Bypass Fx); infine, come se non bastasse, la voce – presente nella maggioranza dei pezzi – rimanda sovente a tonalità vicine a quelle del primissimo Dave Gahan di quei Depeche Mode che definire seminali per il movimento synth-pop al quale il disco in questione piace ammiccare, è dire poco.
Tutte i riferimenti stilistici detti, si amalgamano in modo superlativo in questo primo vero disco sulla lunga distanza del duo, che presenta un tocco produttivo fuori dal comune (c’è sicuramente lo zampino della crew del “Tam Tam Studio” milanese che sta servendo gustosissime produzioni musicali in ambito groove-sperimental) e che, lo ripetiamo, rende il lavoro godibile pur non lesinando dal punto di vista delle sorprese sonore che vengono proposte con apparente naturalezza e classe da vendere.
Unico neo, lungo i solchi del disco non abbiamo riscontrato la presenza di un autentico brano “apripista” che possa rendere onore a questo lavoro, che va goduto per intero, come le produzioni di una volta, quelle che non appena finite di ascoltare meritano di essere fatte ripartire da capo, portando la puntina in posizione iniziale oppure semplicemente schiacciando di nuovo il tasto “play” del proprio lettore… il disco-funky degli anni zero è servito!
(Maurizio Narciso)