Tra uno ieri ed un oggi (sonicamente parlando) il climax dei londinesi Breathless torna per il piacere di migliaia di fan che hanno aspettato pazientemente ben sette anni prima di riassaporare le sfumature psych-wave che la formazione – ora rinforzata dal ritorno dell’originario batterista Tristan Latimer Sayer – ha mantenuto al caldo/freddo e che finalmente si aprono a nuovi ascolti tramite il nuovo lavoro Green To Blue, un disciplinato di lunghe ballate sospese racchiuse in un doppio cd, in cui protagoniste assolute sono le visioni, strie color panna e vibrazioni lisergiche, un registrato con molti spunti interessanti, piacevolissimi.
Romanticismo wave, abbracci soffusi e sapori Ottantiani di confine sono le ondulazioni stilistiche in cui la formazione di Dominic Appleton concepisce e crea vaporazioni ed effluvi quasi australi, ballate dal colore invernale come le storie raccontate in qualche scrigno intimista che custodisce segreti e ricordi inespressi; undici tracce prodotte dal Ivo Watts-Russell che rappresentano più che egregiamente il “respiro di ritorno” che la formazione stigmatizza come – se non al pari – un’estetica minimalista al servizio immediato di un ascolto meditativo e riflessivo, se vogliamo anche tenero e molto, molto malinconico.
Tolto l’impulso elettrificato e rockeggiante che sorregge la struttura venosa di “Walk away”, tutto il restante campo alternativo allo scatto è un morbido grigio accomodante di voli e radenti, un su e giù metafisico fondamentale di shoegazer laconico e aloni dolcemente remissivi che si materializzano nelle foschie di “Please be happy”, “Nex time you fall” (ballatona con molte reminiscenze Stipeane), “It’s good to see you”, poi declinazioni liquide di tastiere che lucidano “Fade away” per finire in ambientazioni nordiche, glaciali e terse come nuvole di passaggio dentro un racconto di Conrad “The last light of day”.
I Breathless sono di nuovo in circolazione con i loro appunti visionari, avvolti dai loro “groove a coperta” che poi sono le formule magiche messe in musica da cui trarre vantaggi interiori, mollemente interiori. Da ascoltare in silenzio e magari come un pensiero migliore per scaldarsi davanti ad un camino infuocato.
(Max Sannella)