Una delle cose che più rimangono impresse nella poetica del cantautore siciliano Ugo Mazzei è l’umiltà di un artista che, senza abitare nelle parti alte della creatività stilistica, riesce a dribblare con semplicità e parole sacrosante il gesto ripetitivo della serialità, mostra una capacità sana di raccontare – all’insegna di una scrittura flessuosa e strutturata – storie, realtà e magoni che hanno a che fare con la natura bisognosa quanto mai di rispetto e amore, un disco doppio “green” nel cuore e nello spirito come i grandi omaggi che si adoperano per le cose vere e sincere.
Adieu Sangri-La è appunto il full lenght che Mazzei divide in due parti o come si suol dire two-side sulla cui prima parte ci sono le dieci trace incise “a nudo” ovvero solo voce e pianoforte, mentre nella seconda parte ancora le dieci tracce ma “riempite di suoni” per gli scaffali degli store, e quello che viene fuori ad un ascolto attento è un bella prova, elegante e denunciante nello stesso tempo, un agro amaro declamato che si illumina di stratificazioni De Gregoriane (“Fatemi respirare”, “Oggi”), come si uggia di nebbioline alla Vecchioni (“Armageddon”, “Canzone per Chico”) tracce che commuovono e rendono vivi – spesso a denti stretti – i demoni di una infuocata follia umana che non si arrende a disturbare creature, amori e moti perpetui.
Dunque un disco di sentimento e sguardi acuti, una tracklist che si lascia attraversare da vibrazioni e sconvolgimenti dolciastri in nome di una idealità infinita, ed il tutto senza mai tradire un’indole rocker che – con tutta onesta – rimane sempre in secondo piano rispetto alle “versioni voce/piano”, anche perche nella seconda parte i suoni sono refrattari e consueti, indeboliscono i lirismi e li innacquano in un sentire mediocre, mentre nella prima parte il bianco e nero rende perfettamente bello il tratto poetico e sfumato del cantautore; Ugo Mazzei conosce la magia giusta per cesellare nodi, stelle e angoli oscuri in un cielo che non vuole stare più fermo a specchiare tante cattiverie sotto, è una forza naturale dolcemente anomala in questo panorama meccanico che scrive, canta e da tono ad un mondo che tanti vorrebbero nascondere e che invece, lui, con l’urlo del “poeta dimesso” lo graffia per farlo rivivere nelle storie rendendolo ancor più seducente “Adieu Shangri-La”.
(Max Sannella)