Kate Bush, Lisa Gerrard, Elizabeth Frazer, Meredith Monk, Jane Siberry, Bjork, Tori Amos. E potremmo continuare, anche se non per molto. Nella loro diversità, straordinarie voci di donne, duttili e estese, in grado di toccare ogni corda, dalla più algida e dura d’acciaio, alla più morbida e dolce di canapa. Anche in Italia abbiamo una voce così, ed è quella di Laura Loriga, anima del progetto Mimes Of Wine, che torna a tre anni di distanza da “Apocalypse set in” con il nuovo album Memories of the unseen (Urtovox).
Il salto in avanti è notevole: dove prima l’apocalisse sussurrata come una straziante confidenza al pianoforte rischiava di restare prigioniera di un’onirica condivisione fin troppo intellettuale, le memorie dell’invisibile di oggi si fanno invece più libere e abbaglianti, frutto di un lavoro collettivo a partire dalla scrittura di Laura, tra Los Angeles e Bologna, in perfetto dialogo con gli altri componenti della band (Matteo Zucconi, Stefano Michelotti, Luca Guglielmino, Riccardo Frisari). Ne emerge un album denso, limpido come una cascata d’acqua fresca, ampio come il cielo ora grigio e gonfio di pioggia ora blu ma gonfio di bianco. “Memories of the unseen” è un disco che dall’introversa inquietudine di “Apocalypse sets in” (a cui si lega con la tenebrosa traccia d’apertura “Under the lid”, quasi a sottolineare la coerenza del passaggio) esplode finalmente in un’energia che lascia intatta l’intimità e la profondità, ma si innalza in dichiarazioni esplicite, che siano d’amore o d’avventura, di impegno o abbandono. La voce di Laura tocca dolcezze e morbidezze di rara bellezza, si fa altera quando serve, si addomestica più facilmente agli strumenti che la circondano, e non solo al pianoforte che le faceva da tappeto nell’album precedente.
“Altars of rain”, la seconda traccia, ci introduce subito in questo nuovo universo: scivola meravigliosamente sugli arpeggi e, tra voci sovrapposte in controcanto, cattura tutta la diafana passione di cui è intriso il disco. “Yellow Flowers” è una leggera cavalcata di percussioni, selvaggia e precisa al tempo stesso. C’è in questo album una cura attenta ad ogni dettaglio, che evita ogni sbavatura melanconica o intellettualistica: una forza conquistata con la misura, come dimostra “Charade”, in cui l’assolo di pianoforte si dà il cambio con tutti gli altri strumenti in un’altalena di intensità che somiglia a un volo, mentre la voce di Laura Loriga si amalgama perfettamente con il paesaggio musicale che la circonda. E non è più un paesaggio rarefatto. “Auxilio” è una bellezza da innamorarsi. Nei Mimes Of Wine domina in qualche modo la natura e la naturalezza, ricordano pianure e brughiere, i cespugli di erica mossi dal vento. Il paesaggio musicale è indubbiamente quello delle Cime Tempestose di Emily Bronte, e si torna a Kate Bush, ispirazione che aleggia spesso, e più che altrove in “L’incantatore”. La più oscura “Tethmaker” a metà percorso riannoda i fili con il recente passato, e inaugura una seconda parte del disco più pacata, in cui gli atterraggi e i decolli lasciano il posto a un volo a planare (“Ester”, “Silver steps”), mentre sotto un arpeggio di chitarra e un efficace fischiato, una voce maschile si inserisce splendidamente a fianco di quella di Laura (“I will marry you”) in una bellissima canzone che sottolinea la possibile crudeltà dell’amore ma chiede la sua fiducia (“II’ll follow you like a bird/believe in me like I believe in you/love can be cruel”). E se “Aube” schiera gli archi a riprendere energia come in un respiro profondo, l’unica traccia con il titolo in italiano, “L’incantatore”, è il pezzo più mediterraneo del disco e riporta il volo più a Sud. E di volo in volo, la traccia che chiude non poteva che intitolarsi “Hundred birds”, che è il brano più scarno e algido dell’album.
Con la voce di Laura che anche qui fa miracoli. Chiaro che i Giardini di Mirò l’hanno voluta, quella voce. E i Mimes Of Wine ad aprire alcuni loro concerti. Che si fanno così ulteriormente imperdibili.
23.11 Castiglion del Lago (PG) – 909
30.11 Conegliano – Apartamento Hoffman [w/ Giardini di Mirò]
07.12 Milano – Circolone [w/ Giardini di Mirò]
14.12 Torino – Spazio 211 [w/ Giardini di Mirò]
18.12 Livorno – Teatro C
19.12 La Spezia – Origami
21.12 Castiglione delle Stiviere (MN) – Arci Dallò
20.01 Cusano Milanino (MI) – Agorà
24.01 Benevento – Morgana
25.01 Sarno (SA) – Key Drum
26.01 Napoli – Mamamu
(David Drago)