Pochi discorsi, non c’è granché da dire sull’ultimo album dei And You Will Know Us By The Trail of Dead… si sono ritrovati, li abbiamo ritrovati! A dire il vero, dopo il bellissimo “Worlds Apart” le produzioni successive mi avevano un po’ deluso, li trovavo piuttosto apatici e ripetitivi, senza grandi spunti. Forse perché ciò che ho sempre apprezzato di più di questa band era quella lontana eco di Dischord, di quell’hardcore anni Ottanta che si è poi evoluto in band di più ampio respiro, con i Fugazi a fare da capostipiti assoluti.
Ma i Trail of Dead erano riusciti a coniugare il minimalismo che connotava quella storica indie label con un intreccio musicale scorrevole, intrigante e “gridato” al tempo stesso. Evidentemente certe derive più new wave li avevano contaminati al punto da annacquare il loro sound, così peculiare da non poter essere manipolato, a rischio di mettere in discussione proprio ciò che era il loro punto di forza: grinta, velocità e melodia. Ma con questo nuovo lp sono di nuovo loro, il suono è preciso ma grezzo e ruvido al punto giusto, quello che si sente è quello che si suona. Ritengo i pezzi più riusciti proprio quelli più hardcore, in senso lato, e alcune songs mi ricordano i lost Replacements… che i Trail of Dead possano essere i degni eredi di quella gloriosa epoca.
Difficile pescare nel mucchio, il disco è proprio bello ma se proprio dovessi citare le tracks più riuscite… “Open Doors”, “Up to Infinity”, “Opera Obscura” e “Catatonic”.
(Patrizia Lazzari)