“Mi piacciono i miei dischi: li ascolto fino allo sfinimento. Credo, da un certo punto in poi, di averne fatti molti per tenermi compagnia. I miei dischi hanno un feedback modesto, quasi irrisorio (recensioni, successo, discussioni con gli amici). Per compensare questo ne ho pubblicati molti. Come una droga il cui effetto finisce subito”” (da ”BRINDANDO coi DEMONI”). Dopo che seppi del tour “Confidenziale” campano di Federico Fiumani, nonché storico leader dei Diaframma, decisi di far tappa a Scafati (SA), il 10 novembre, al circolo culturale (ARCI) Ferro3. Mi avvio qualche ora prima del concerto per incontrarlo e fargli alcune domande “Confidenziali”.
Come pensi che le nuove generazioni vivano le storie del tuo passato?
Penso di aver scritto molte canzoni che parlano di sentimenti universali: L’amore per una donna, per la vita in genere anche, che penso siano abbastanza estendibili a tutte le generazioni, quindi, credo che un giovane che si trovi per la prima volta innamorato di una donna possa trovare in una mia canzone delle parole e dei pensieri che può provare anche lui a prescindere dall’età; un diciassettenne può benissimo identificarsi con l’innamorato che canta una canzone come “Io amo lei”, per il fatto appunto di aver parlato di sentimenti universali che può provare chiunque persona in qualunque momento della propria vita.
È una donna in particolare la “tua musa ispiratrice”, o è solamente un tuo ideale di donna a prevalere sui tuoi testi?
No, è un po’ un via via di tutte le donne di cui mi innamoravo nel corso degli anni; diciamo che le donne hanno un valore particolare per me, anche perché a cinque anni ho perso mio padre, e mia madre e mia sorella hanno svolto un ruolo fondamentale nella mia vita.
C’è un pezzo o un disco a cui sei legato particolarmente?
Sì! Un pezzo che si chiama “Gennaio”, e anche uno pezzo che si chiama “Siberia” che è un po’… storia!
Ci sono state varie interpretazioni dei tuoi brani fatti da altri artisti, prendi il disco “Dono”; c’è qualche canzone in particolare che vorresti ti interpretasse qualcun altro, e perché? Mah! Dovrebbe essere una cosa spontanea che dovrebbe partire da loro; ci sono alcuni gruppi nuovi che mi piacciono molto come i Thegiornalisti. I Baustelle avevano fatto un’altra canzone mia che si chiamava “il disco dei Replacements” che però non è stata messa in“Dono” per problemi logistici/burocratici, mi piaceva molto, ma comunque sono a posto! Dopo il disco “Dono”, basta! Magari sarò io a fare canzoni di altri…
Ti senti tagliato per il ruolo di produttore?
No, non molto! Credo piuttosto di essere un buon esempio nel credere molto in quello che uno fa, e di avere mantenuto fino in un fondo una coerenza, cioè una voglia di fare musica sempre e comunque, anche contro tutto e tutti! Perché è una vera ribellione essere se stessi e cercare sempre di mandare avanti un tuo ideale, in questo caso artistico, anche perché sono sempre rimasto fedele ad una mia idea di canzone, un modo mio di interpretare la musica, nonostante alcuni produttori o esigenze di mercato ti spingono a cambiare e a cercare di seguire certe correnti. Per cui, in questo senso, mi sento di essere un buon esempio.
Sappiamo che i Diaframma negli anni ’80 hanno contribuito alla nascita della storia della “New Wave” italiana, ispirandosi molto anche a gruppi stranieri come i Joy Division (prendi “Illusione Ottica” o “Desiderio Del Nulla “); il 18 maggio del 1980, il frontman del gruppo, Ian Curtis, si suicidò. Tu che hai vissuto in diretta quell’evento e quell’epoca, che sensazione hai provato?
I Joy Division sono stati molto importanti per noi, ci hanno ispirato tantissimo. Il suicidio di Ian Curtis, è una faccenda molto privata e intima, puoi soltanto rimanerci malissimo! Purtroppo aveva dei grandi conflitti interiori che in parte ha messo nella musica, fino poi a passare all’azione; il suicidio è stato un po’ la firma della sua disperazione.
Se oggi non fossi un cantautore, cosa saresti?
No ne ho idea! Forse un barista.
Fino a quando pensi che durerà la tua carriera artistica? Hai paura della vecchiaia e dei cambiamenti che potrebbero influire sulle tue canzoni?
Ma sai… sono già abbastanza vecchio, nel senso che sono comunque nell’ultima fase della mia carriera. Però la sto vivendo molto bene, è un bellissimo periodo, le cose stanno andando molto bene.. mi diverto molto!
Tra uno starnuto e l’altro, dovuto ai cuscini pieni di polvere del salottino rosso su cui stava seduto (Ora ho scoperto pure a cosa è allergico!), Federico Fiumani è stato molto gentile nel rispondere a tutte le mie domande; più tardi ha dato il via al concerto sulle note di “Siberia”, poi ha intonato “L’odore delle rose”, ”Labbra Blu”, “Gennaio”, “Diamante grezzo”, ed ha proseguito, tra il calore e l’emozione del pubblico, con pezzi storici come: “Tre volte Lacrime”, “Un temporale in campagna”, “Caldo” , ”Oceano”, i “Giorni dell’ira”, “Verde” e “L’amore segue i passi di un cane vagabondo”. Da Niente di Serio, ci ha regalato “Madre superiora” e “Grande come l’oceano”. Infine, ha continuato il concerto con un bis di canzoni scelte dal pubblico come: ”Io amo lei”. Una serata bellissima che ha ripercorso un po’ la vita di Fiumani, un uomo amante della musica, delle donne, della poesia; un uomo che ama la vita nelle sue mille sfaccettature; un uomo che prova continuamente il nostalgico desiderio di voler fare i conti col “padre”.
Video e testi: Ylenia Pepe