Bristol, UK. L’electro-producer Stumbleine (dagli Swars) debutta con un vero e proprio disco (da 11 pezzi) per la gioia dei cultori del “deep” del “feeling” del buon-gusto-elettronico misto RnB e venature trip-hop. Ecco, detto tutto il dicibile sulle varie influenze e tentazioni che l’artista in questione mette in timeline.
Ogni brano solca le onde dell’immateriale, ricolmo di riverberi e facili melodie, compresa “Fade into you”, cover di Mazzy Star. La cura del suono e della composizione dei timbri è maniacale determinando la nascita di questo bellissimo lavoro, ispirato e contemporaneo. Atmosfericamente delicato e soffuso, se ne consiglia l’ascolto pre-notturno, per calarsi in mondi intimi e sensuali (come le voci delle vocalist), perdendosi sempre più profondamente nelle eco di sintetizzatori e tappeti di loop senza via di scampo. Segnalo “Capulet” (sulle trame forse già adombrate da un Moby di turno) con la sua drammaticità sentimentale ed emotiva, “Honeycomb” e “The corner of her eye” di sole armonie accennate e sognanti. In “Solar flare” compare il già citato intervento ritmico RnB, ma evocato con classe e discrezione. Conclude la super-elettro-minimal “Catherine wheel (feat.Birds of Passage)” che ci lascia ormai vaganti e persi in una galassia di voci rimbombanti e ripetitive fino al forzato fadeout conclusivo di una bella avventura digitale che prevede movimenti rallentati, incontri fortuiti, sguardi rubati ed ogni qualsivoglia azione al rallentatore (con feeling).
(Gabriele Gismondi)