La mitica BBC li ha nominati “sound of 2012”; sono stati scelti come band di apertura per il tour di Florence and The Machine; sono stati considerati dalla stampa musicale britannica come uno dei gruppi più interessanti dell’anno: sono queste le credenziali degli Spector, quintetto londinese che da poco ha pubblicato il suo album d’esordio dall’indovinato titolo Enjoy It While It Lasts.
Tuttavia è opportuno premettere sin da subito che chi cerca sonorità minimaliste o sperimentali è bene che stia alla larga dalla band inglese, poiché rischierà di rimanere deluso. Difatti gli Spector non sono né un laboratorio di idee, né un laboratorio di ricerca musicale e la loro opera prima non sarà mai un cult. Questo, peraltro, non era certo lo scopo del gruppo britannico che con “Enjoy It While It Lasts” non ha la pretesa di rivoluzionare la storia della musica, ma più semplicemente offrire melodie immediate, ipervitaminiche e spensierate, in cui sarà possibile scorgere le influenze più varie: dal garage rock degli Strokes, passando ai suoni romantici dei Roxy Music, al pop indie dei Killers.
Enjoy It While It Lasts con i suoi 12 componimenti è un antidepressivo semplice ed efficace, contraddistinto dallo scorrere di un pop “mutante”, a volte cerebrale e a volte danzante ma sempre divertente. Basta ascoltare le irresistibili “Celestine” o “Twenty Nothing” e in meno di due secondi vi troverete travolti da ritornelli orecchiabili e ritmiche coinvolgenti. Vi saranno concessi solo due momenti di tregua: “Lay Low” e “Grim Reefer”, i pezzi più calmi del disco.
Pertanto il consiglio è di prendere alla lettera il titolo che gli Spector hanno dato al loro album: concedetevi l’ascolto di una musica che, anche se non resterà negli annali, sarà in grado di regalarvi un momento di evasione. Godetene finché dura, appunto!
(Renzo Bufalino)