La musica è come una torta, gli ingredienti sono sempre i soliti è l’abilità del pasticcere che fa la differenza. I Manta Rays sono dei bravi pasticceri, che non si limitano al mero revivalismo del rock’n’roll. L’intenzione del trio veneto, anche se il cantnate Stephen Trollip è originario di Johannesburg, è di racchiudere in un unico percorso musicale le diverse facce del r’n’r. Da quella più danzereccia a quella più introspettiva.
L’apertura con “It makes me sick” è una botta in viso, diretta, essenziale e pulita. La chitarra accattivante, accompagnata da una batteria ben ritmata, istiga al movimento ed è il tratto distintivo della maggior parte dei brani. La musica profuma di estate e di spiaggia, soprattutto quando il brano “What you say” sfoggia un ritmo surf da manuale. Altri ottimi esempi sono “Easy action” e “The sad surfer”. Basta un passo diverso, più lento e riflessivo che il mood spensierato della melodia si trasforma, accordandosi con il rammarico e il risentimento raccontato nei testi. Alcune canzoni sono più adatte ad una serata in un vecchio locale con broiserie ai muri. L’andamento blueseggiante di “A long deep breath, The river song” che si dilata, come il ghiaccio quando incontra il whiskey, inglobando il country, o ancora “A little time” ballata che chiude con un abbraccio il disco.
Il rock’n’roll è già stato inventato, usato e abusato. Però se non ci fossero musicisti disposti a riprenderlo e interpretarlo con passione questo genere musicale non sarebbe così in salute.
(Amanda Sirtori)