Le band torinesi mi danno una strana sensazione, come se avessero un dna comune, che deriva da quella splendida scena del periodo Negazione/Hiroshima Mon Amour; band, radio, concerti, tutto era presente in abbondanza, quasi come se tutto ciò che di veramente “alternativo” stava nascendo avesse fatto di quella cupa e austera città del Nord il proprio epicentro.
Mi sembra che qualcosa di quel periodo, certe asperità e ruvidezze musicali, una certa attitudine indie, siano rimaste nell’aria e, in questo senso, hanno permeato inevitabilmente chi, quell’aria, la respira. I Post mi sembra mantengano, in qualche modo, quel raggio di creatività, dato che la loro proposta musicale è assolutamente inedita, apparentemente prevedibile, nei suoi accenni melodici presenti all’inizio di quasi tutti i brani, per poi deviare verso un rock imprevisto e imprevedibile, fatto di ricerca e sperimentazione. I Post mi ricordano qualcosa dei primi Killing Joke, diciamo che la band inglese rappresenta il lato oscuro della new wave anni Ottanta mentre questi Post incarnano quello più chiaro, meno nascosto. Intravedo potenzialità notevoli in questo gruppo, che cerca evidentemente addentrarsi in territori nuovi, dando vita ad un suono, oserei dire, internazionale. Sinceramente consiglierei di insistere sulla parte più “incognita” dei brani, magari rafforzando la voce, e seguendo la strada tracciata, alla ricerca di un genere nuovo.
(Patrizia Lazzari)