Lanciare nel 2012 un disco “post-rock” per di più nel periodo estivo è proprio da rockers coraggiosi ed è per questo che mi sono incuriosito di questi piemontesi Efram; autoprodotti e registrati da soli in un buco di stanza, lanciano all’aria bollente di luglio Il silenzio è d’argento, mezz’ora di chitarre energiche che si fondono in melodie liquide e sognanti, rievocando solo di “striscio” i maestri Mogwai.
Il punto forte di questi Efram è proprio quello di non lasciarsi “contagiare” troppo da “flussi” tipicamente post-rock, a parte “L’Inizio (se vuoi)” che si caratterizza per la sua delicatezza “ovattata”, i successivi brani sono carichi di riff taglienti dirigendosi in territori inusuali quali l’hard rock, il tutto condito dalla giusta “sporcizia” in stile lo-fi. Forse sono del tutto inconsapevoli questi Efram che stanno dando nuovo respiro a un genere ormai prolisso e calcato da troppi gruppi ma che vede in questi piemontesi “artigiani della musica” una speranza per un bel percorso. “Il silenzio è d’argento” attraversa momenti scuri come la new wave dei Cure senza mai cadere nel banale, facendoci emozionare dalla prima all’ultima traccia senza avere mai un calo e allora lunga vita agli Efram e al post-rock.
(Andrea Tamburini)