C’era una volta un giovane principe che si divertiva a raccontare storie agli abitanti del suo regno. Le parole prendevano vita e disegnavano delle note, un incantesimo inaspettato che lasciava tutti stupiti e affascinati. Oggi il principe svela la sua identità e ci regala un libricino di racconti musicali che sono il distillato di anni di ideazione e di certosino labor limae sulla scrittura e sugli arrangiamenti di brani sottoposti a quello che può definirsi una declinazione luminosa di un soft-pop dalle sembianze vintage. Elegante, altissimo e dalla voce cristallina, Marco Guazzone è un principe dei tasti e delle parole. Versatile musicista dall’animo classico, Guazzone è un pianista abilissimo che si è nel tempo scoperto anche cantautore: senza ombra di dubbio la sorpresa più brillante dell’ultimo Festival di Sanremo al quale ha partecipato con il brano “Guasto”, ballata brit-rock tra Coldplay e vaghi ricordi alla Muse. Il prossimo 17 aprile uscirà il disco d’esordio, a nome Marco Guazzone e STAG, la band che lo accompagna e grazie alla quale si può godere di un ensemble musicale romantico e timidamente teatrale: “L’Atlante Dei Pensieri“, su etichetta Sunnybit, sarà disponibile nei negozi di musica e sui digital stores, e distribuito da Self. Ma il debutto musicale viene anticipato da un gioiellino, un ep promozionale che si avvale della produzione dell’inglese Steve Lyon (già al mixer per Depeche Mode, The Cure, Paul McCartney e altri ancora) e che solo pochi fortunati hanno potuto ricevere direttamente a casa inviando tempestivamente una mail al gruppo.
Cinque brani che riservano soluzioni armoniche brillanti e una solarità che rimanda a un’immaginaria Arcadia che trascende coordinate spazio-temporali. Questa sospensione tra nostalgia del passato e inquietudine per il futuro, tra ricordi del rock e raffinate suggestioni folk, colora tutto l’ep: canzoni simili a una poesia o a una delicata ninna-nanna, contornate da romantiche immagini di solitudine e inquieto abbandono. Quella degli STAG è una musica evocativa e con una spiccata tendenza al suono orchestrale, dolce e avvolgente. Guazzone sta risvegliando il potere sopito del songwriting emozionale, denso di malinconia e aspirazione alla luce, emergendo con una sensibilità insieme antica e universale. Insomma un nuovo livello inesplorato del pop-rock contemporaneo che oggi ha trovato il suo principe.
Il giovane Guazzone esprime talento ed pathos, un moderno Debussy che fa scivolare sui tasti magie e suoni gentili come nel brevissimo ed elegante intro strumentale offerto da “La farfalla d’acqua”. I suoni sono puliti, sinceri, le parole mai artefatte per dar spazio a una vincente semplicità che illumina l’animo di questo giovane compositore: è ciò che accade in “Oramai” e “Guasto”, due ballate estatiche dal fascino cantautorale in cui la voce calda e sicura di Guazzone si mescola alla potenza della chitarra elettrica di Andrea Benedetti e all’incedere di batteria di Giosuè Munari: elegante maturità in divenire, un cielo di stelle in dissolvenza. Sebbene il nome possa evocare paesaggi nordici, “Rødby” è un viaggio allegro e coloratissimo dal sapore mediterraneo. Il battito di mani con cui si apre il pezzo invita a lasciarsi condurre su una nave di suoni e ritmi che si fanno subito amici. Il suono vagamente esotico della tromba di Stefano Costantini sancisce la natura briosa e spumeggiante del pezzo. Ennesima conferma della poliedrica abilità di questi giovani cantori e musici. Il racconto di Guazzone e soci termina con “Sabato Simpatico”, deliziosa filastrocca per piano e chitarra che unisce popolari scioglilingua a bambinesche cantilene. Una canzona leggerissima, piena di speranza, ingenuamente felice e ottimista. Oserei dire necessaria, vista la crisi totalizzante della nostra generazione.
Quello che esce dall’ep è un sound brillante che fonde musica classica, rock e la melodia di qualità tutta made in Italy. Momenti fiabeschi e atmosfere improvvisamente rock, senza rinunciare a speziature elettroniche; Marco Guazzone con i suoi STAG ha creato un piccolo mondo fatto di sorrisi, errori, ritardi e fughe, una fragilissima geografia dell’anima che ci aiuterà a orientarci nel caos umano, in attesa di un ‘Atlante dei pensieri’ a dettare le precise coordinate della vita.
(Beatrice Pagni)