Potrei iniziare questa recensione parlando del fatto che è una benedizione tutto quel “rumore” sudato solamente da due musicisti. Oppure potrei scrivere di un ipotetica scelta musicale, che scalda le vene, come rimedio ai freddi inverni della città dove questo duo è nato, Verona. Ci sono tanti modi per iniziare una recensione ma a volte bisogna essere bravi e arrivare dritti al punto fin dall’inizio.
Questo progetto è una bomba senza linguetta di sicurezza che sta esplodendo proprio ora mentre è nelle tue mani. Come una valanga sommerge tutti i leciti dubbi che possono sorgere al primo ascolto di un binomio musicale fatto solamente da basso e batteria. Ma già i primi secondi di “Sabbath”, chiave d’accesso al mondo Backing Band Project, mettono subito le cose in chiaro.
Mentre svaniscono le incertezze, sfiorano nuove papille gustative bramose di rock strumentale. Sì, ho scritto strumentale, avete letto bene e non storcete il naso perchè qui, tra le note di questo progetto, le parole non troverebbero il giusto spazio. Tutto è perfetto così. Tutto è ben ritmato senza lasciare spazi vuoti durante l’esecuzione, ma come cavolo fanno a suonare tutto insieme?!?
Scherzi a parte, è il momento di tirar le somme, quindi se siete amanti di quel rock tagliente senza troppe regole, ma che regala proprio le ruvide emozioni che voi cercate questo progetto è per voi.
(Alessio Basile)