The Singers è una band romana che ha scelto perfettamente il nome del gruppo. Si presentano come un gruppo indie-rock dalle chitarre e ritmiche serrate con un occhio al gusto della melodia e al rispetto della forma canzone. Direi che gli occhi, i quattro romani li mettono entrambi verso atmosfere poppeggianti. The Room Went Black è un album che fondamentalmente fa due cose: vuole farti ballare e vuole farti canticchiare (…the singers!).
Non che sia un grandissimo fan del rock danzereccio, ma devo riconoscere un pregio dei quattro: sono bravi nel catturarti con le loro ritmiche e sanno scrivere belle melodie. La formula del suono si presenta in modo abbastanza semplice con chitarre di stampo indie britannico degli ultimi dieci anni, ritmiche a volte serrate e a volte più introspettive, melodie molto studiate e lavorate.
C’è da dire però che il disco sembra risultare nel complesso un pochino piatto anche se non mancano i buoni pezzi come “Dance! Dance! Dance! (Hit The Floor)”, “I Bet Ya (Chakka-Chakka)” e “Gods To Surrender”. Altri invece, come “Medication (Ode To The Gun)” e “Shamrock”, danno un po’ l’impressione di essere dei semplici riempitivi. Non me ne vogliano i nostri però forse un ulteriore arricchimento sonoro avrebbe giovato ancora di più. Son sicuro che dal vivo siano molto più efficaci ma trasportare la situazione su disco, oltre ad essere un’impresa, può non avere sempre lo stesso effetto. Specialmente in un genere come il loro, il live e lo studio possono cambiare di molto il coinvolgimento che la band riesce a trasmettere. “The Room Went Black” non è un disco brutto, è soltanto un disco che forse viene peccato dalla (troppa?) semplicità con la quale i The Singers lo hanno affrontato. Le basi ci sono e i ragazzi sono molto bravi a scrivere melodie. Il mio personale consiglio è quello di tentare la strada dell’esplorazione del loro suono. Non che si debba ricorrere a soluzioni da prog-rock o che altro, semplicemente modellare un po’ di più quello che esce dagli amplificatori, cosa che potrebbe dare più personalità al prossimo disco e risultare una marcia in più dal vivo. E magari, far ballare ancora di più le persone nel locale.
(Carlo Baldini)