Dopo aver cavalcato i palchi di tutt’Italia e imbambolato con quelle scintille che hanno illuminato a giorno i nostrani sogni blues di tanti con l’album del 2007 Happy, il duo più a sud del southern americano ovvero i Bud Spencer Blues Explosion, all’anagrafe civile Cesare Petulicchio e Adriano Viterbini, sono di nuovo in pista per rimarcare il loro territorio con un patchwork di pezzi estrapolati tra un break e l’altro di passate live performance; ed è una specie di consacrazione per il duo poiché, tra le pagine di Do It, il nome del nuovo lavoro, gli steccati compositivi si allargano a dismisura e vanno a dimostrare l’eclettismo puro della band, la quale cattura – oltre una gran personalizzazione come fattore di crescita esponenziale – più capitoli sonori, come a sbracciare per non rimanere preda di un diktat sonoro, e la cosa va in porto egregiamente.
Prospettive, sfumature e contaminazioni fanno di questo album un punto focale che elabora, distorce ed incarna un senso ampio d’interpretazioni, giocando sempre sullo slittamento dei ritmi di matrice blues elettrico (“Dio odia i tristi”, “Giocattoli”, “Più del minimo”) poi in quello radicale nella bella trasposizione della Cooderiana (“Jesus on the mainline”), dopodiché la grande apertura stilistica del duo romano, la grande “cosa accattivante” che va ad ispessire in surplus la buona fama di questi artisti, in pratica quella lungimiranza intelligente che li scagiona e lo farà in futuro dagli additamenti del “sanno fare solo quello” che detrattori invidiosi e beceri avrebbero tirato fuori alla prima occasione.
I BSBE sbattono in faccia dell’ascolto tutta la loro energia versatile che mai come ora diventa punto di partenza e varietà d’impressioni soniche che incarnano – a random – lo jokeur hip-hop di pochi secondi con DJ Myke (“Skratch explosion”), il pop emulsionato di fragranze (“Come un mare”), il rock da battaglia per accendini fiammanti (“L’onda”) e – per finire e ritornare al primo amore di sempre – “Mi addormenterò” traccia di fegato blues e cuore poppyes, bellissima; i nostri eroi ci sanno fare veramente, sparano dritto come un treno in corsa e accarezzano forte come un fiore di campagna, ma è la loro onestà artistica che li fa cime d’umori estetici irraggiungibili.
Si avverte, questo è certo, sono in arrivo ancora più interessanti evoluzioni in futuro da questa formazione doc, e per il momento godiamo sfacciatamente di questa bella sbornia di stile.
(Max Sannella)