Debutto con i fiocchi per i Playontape. E se di fiocchi stiamo parlando, forse è meglio precisare che con l’uscita di A Place To Hide bisogna festeggiare il debutto di questa band dell’estremo sudest italico e in concomitanza, la nascita della loro etichetta La Rivolta Records, progetto nato per dare spazio a musicisti che si affidano a una musica fuori dai canoni tradizionali.
E i Playontape sono il loro primo esempio. E vi assicuro che tutto quello che sentite alla radio, per esempio, non assomiglia per niente a quello che potrete ascoltare in A Place To Hide. E questo è bene.
Certo che se le vostre orecchie sono abituate già a un certo tipo di sonorità alternativa i Play non hanno scoperto di sicuro il terzo segreto di Fatima, ma con loro certamente troviamo elementi che in questo periodo musicale sono andati un po’ persi: Ritmo, compattezza e eleganza sono le tre pietre preziose che rendono prestigiosi i Playontape. Le prime track vengono suonate, trascinate dal ritmo energico che poi sfocia nell’eleganza di “Running In The Snow”, sesta track dell’album che investe i nostri stati d’animo come un’onda gigantesca di acqua dolce. Ad ascoltarli vengono in mente tante branchie musicali. Sarà la voce profonda, sarà la chitarra e il basso ossessivo, forse direi c’è un pizzico dei Joy Division. Ma alcuni effetti elettronici di sottofondo mi riportano ai primi Placebo, forse meno grezzi.
Sapete una cosa? Ma chi se ne frega, sto ascoltando i Playontape e mi piacciono assai. Sarà che riescono a risvegliare il mio lato freddo, decadente e dark degli anni ’80. Sarà che più o meno è il genere musicale che preferisco ma è così facile lasciarsi trascinare dal vortice di A Place To Hide.
(Alessio Basile)