Dev’essere stata di sicuro in una notte buia e tempestosa, di quelle che mettono i brividi, quei brividi di paura che piace sentirli scorrere sulla propria pelle. Il giorno in cui i Parsec si sono uniti certamente fulmini e saette colmavano il cielo fatto di nuvole nere e strane luci. Anche se come gruppo nascono nell’estate del 2009, non posso credere che il loro far musica è stato creato in una noiosa giornata estiva bolognese, torrida e appiccicosa. O forse la tempesta sonora è insita in loro a prescindere dal clima che li circonda.
Per capire tutto quello che ho scritto finora basta ascoltare i primi minuti del loro album Reset. Ma che scrivo minuti, direi che basta ascoltare i primi dieci secondi. La distorsione è un obbligo nel modus operandi dei Parsec, che li definirei fin troppo cattivi per essere nel filone post rock e troppo geni per essere scambiati come una qualunque band rock italiana. Già, sono italiani e cantano in italiano, sorpresi? Cosa rara al giorno d’oggi soprattutto se è ben fatto e in queste cinque canzoni non ci possiamo proprio lamentare. La scelta di interpretare i testi viene eseguita in stile Massimo Volume, cioè in modo parlato, sicuramente poetico con l’aggiunta di quell’effetto sonoro che li fanno sembrare raccontati da un astronauta perso nello spazio mentre farfuglia le ultime verità sul mondo che ormai non rivedrà più se non da infiniti chilometri. Il resto del tappeto musicale è composto da chitarre pulite sovrastate da quelle distorse unite da una batteria che come collante solidifica tutto il suono attraverso colpi da ko.
Ma che hanno sulla pelle dei loro tamburi? Le foto dei loro vecchi professori rompiscatole? Penso proprio di sì visto che in Reset la batteria regna sovrasta. Le canzoni “Zenit” e “Reset”, spiccano su tutte. Produttrici di pura adrenalina ti entrano dentro come l’oscurità invade la notte per poi uscire e lasciare tutti in uno stato di estasi completamente liberatorio, ascoltare per credere.
Come non inchinarsi a questo tipo di musica? Quella che riesce a trasmetterti qualcosa. La musica quando viene suonata con questo scopo è come un obbiettivo raggiunto, una meta ottenuta inseguita da tempo. Come una laurea, come sposare la ragazza che ami. Insomma signori e signori ecco a voi i Parsec, il lato oscura della musica. Della vera musica.
(Alessio Basile)
[soundcloud url=”http://api.soundcloud.com/playlists/873771″ params=”show_comments=true&auto_play=false&show_playcount=true&show_artwork=true&color=dab972″ width=”100%” height=”225″ ]