Dopo aver ascoltato Better Mistake dei Marti, uscito nel nostro paese solo da qualche settimana, e aver avuto quindi modo di poter notare come la band ha lavorato a questi pezzi ho avuto occasione di soddisfare alcune curiosità che l’ascolto stesso mi aveva suscitato. Dopotutto dopo essersi risvegliati dalle atmosfere che questo disco crea viene anche da chiedersi come esse siano nate nella testa di Andrea Bruschi.
Dopo il successo del secondo album ti senti più attore o più cantautore?
La musica mi ha dato una grossa mano a formarmi cosi come il cinema, ma contrariamente al cinema che ai miei tempi non ti potevi portare a casa, la musica invece te la consumavi a casa. Grazie a mio fratello Aldo che suonava gia’ nel 78-79 in gruppi post punk genovesi (presto verrà pubblicato un ep del suo gruppo storico, “modelli e prodotti “) ho avuto modo di conoscere questo mondo cosi distante da un immaginifico italiano. Sono partito un po’ da lontano per risponderti e raccontare quanto sia importante la musica per me. Io tendo a non pensare alla divisione dell’artista, nel senso che potendo dedicarmi a tutte due le cose, provo con onestà esistenziale a fare tutte e due.
Pensi che il tuo essere anche attore abbia influenzato l’immaginario creato dalla tua musica?
No non penso, penso piu invece che la mia identificazione nella musica wave e technopop mi abbia creato un identità che poi ho portato anche nel lavoro di attore. Come attore sono un po’ una mosca bianca in italia penso perchè agisco fuori da dinamiche classiche che non mi rappresentano, ma spero sempre di avere grandi incontri artistici nel futuro. Tengo le dita incrociate.
Come si ci è sentiti a registrare in degli studi che vengono definiti come “storici”?
Wisseloord studios che posto incredibile: periferia di Amsterdam, neve e gelo eppoi appare questa astronave che è appunto lo studio. Un esperienza unica negli anni dieci. Quasi impossibile per un gruppo diciamo “indie “ realizzare un disco alla maniera che abbiamo fatto noi. Un vero studio, con un vero produttore ed un orchestra e tante collaborazioni. Questo mi da grande gioia e spero possa testimoniare in qualche modo di non mollare mai sui propri desideri.
Questo album è denso di collaborazioni, ritieni quindi che siano importanti per la riuscita di un buon lavoro?
Le collaborazioni sono nate in modo organico. Quasi inaspettate giorno per giorno, penso comunque siano importanti, sentire la fiducia di altri è molto importante per andare avanti in tutte le cose della vita.
Ritieni che la lingua inglese ti permetta di rendere meglio quello che hai da esprimere? Dopo la collaborazione con Bianconi pensi che realizzerai nuovi pezzi in Italiano?
L’inglese è la lingua che ho ascoltato tanto nella musica e dopo tanti anni di lavoro penso sono riuscito a trovare una mia vena espressiva. Mentirei se ti dicessi che non ci ho lavorato. Ci ho lavorato duro sia sul suono che sui significati. Ma in futuro lavorerò sicuramente in italiano e forse in tedesco e francese. Spero di collaborare ancora con Francesco che ritengo un grande.
Oltre al tuo lato artistico cosa completa la tua vita di tutti i giorni?
Io sono un artista, lo dico e lascio le falsa modestia ad altri. Cerco di ascoltare la vita e di comprenderla e di vivermela con i miei limiti e le mie gioie. Vivo cosi nella giungla d’asfalto guardando sempre verso la luna.
(Anna Dima)