Ingiustamente considerati come un qualunque gruppo indie, i The Rapture sono sempre stati invece una band di frontiera con un occhi sempre puntati alle influenze, soprattutto quelle del punk e della musica elettronica. Nati alla fine del ventesimo secolo sono diventati noti al grande pubblico per l’incredibile successo dell’album del 2003, Echoes che salì a primi posti delle charts inglesi. Arrivati ai giorni nostri dopo il piuttosto debole disco del 2006, Pieces of the people we love, ci deliziano con una rivincita dal gusto quasi puramente dance che strizza l’occhio a realtà più recenti del panorama mainstream della musica electro.
Limitato il lato più propriamente rock e messa a punto un’infallibile trama sonora attraverso le soluzioni sintetiche ecco che si esprime, in tutto il suo pulito, la voce bianca di Luke Jenner in brani come “Sail away” e “Miss you”, che vivono di una luce inestinguibile e che trovano il loro rovescio nelle note minimali e definite dalla rotondità del basso della title-track, “In the grace of your love” e nella successiva configurazione dance di “Never die again”, dove la chitarra prende a ritroso un percorso che porta direttamente alla dance anni ’70-’80. Più violento e decisamente rock è il brano “Roller coaster”, ben delineato com’è dalle rullate ininterrotte della batteria che si espande lungo tutto il brano senza provocare, tuttavia, alcun “rumoroso” fastidio nell’ascoltatore. Su un sentiero più avanguardista è la melodia techno del brano “Can you find the way” seguito dai virtuosismi vocali di “How deep is your love” che anticipa la chiusura fuorviante di “It takes time to be a man”, che una volta ancora mostra le mille sfaccettature di questo gruppo che riesce alla perfezione ad unire le talentuose sonorità di un rock apprezzabilissimo con quelle della dance più attuale o dalle linee più retrò. Un esperimento che trova assoluto compimento attraverso le differenti evoluzioni della band che non si è lasciata risucchiare nel macchinoso marchingegno dell’indie-rock, riuscendo a svoltare qualche curva prima del precipizio. Nuove strade inesplorate che i The Rapture stanno percorrendo a ritmo sostenuto senza, tuttavia, scivolare o prendere pericolose sterzate. In the grace of your love vive dell’ottima stagionatura della giovane band che ci auguriamo possa tenere questi ritmi per decenni e decenni.
(Lorenzo Tagliaferri)