È mezzanotte passata quando i Marta Su Tubi salgono sul palco del New Age: prima di loro, infatti, in occasione del concorso Jack On Tour si sono esibiti i quattro gruppi sfidanti, presentati dal Dj Federico Russo. Sicuramente è un contesto particolare, quello di questa sera: i Marta infatti sono anche giudici e sono loro a decretare il gruppo vincitore di questa data. Ma l’attenzione del pubblico, dopo l’attesa, è tutta per loro: e i nostri cinque musicisti sanno ripagare con una scaletta breve (viste le tempistiche della serata) ma intensa. Si parte con “Cristiana”, coinvolgente primo singolo dell’ultimo album, Carne con gli occhi (Qui la recensione). Segue subito un tuffo al cuore dedicato ai fan della prima ora, una “Perché non pesi niente” che riesce sempre a emozionare. La band appare in gran forma, come sempre d’altra parte, e fin dalle prime note regala uno spettacolo carico d’energia e adrenalina. Il nuovo disco resta protagonista della scaletta, e la grinta vocale di Giovanni Gulino declama i potenti testi di “Basilisco” (“il furto implica la proprietà, e voi mi appartenete”) e “Al guinzaglio”, sorta di inno del gruppo contro ogni tipo di bavaglio e per la libertà di espressione, da cantare a squarciagola, mai come in questi
giorni. L’energia non cala mai, e arrivano “La spesa” e “L’unica cosa”: il contesto intimo del New Age è l’ideale cornice ad un concerto come questo, dove non sembrano esserci barriere tra spettatori e musicisti. D’altra parte la prerogativa ai concerti dei Marta è sempre stata il coinvolgimento del pubblico, oltre ad una strabiliante tecnica esecutiva: le loro liriche arrivano dirette come schiaffi, come dovrebbe essere, e il pubblico risponde cantando con partecipazione. Dopo il nuovo singolo, “Di vino”, arriva “Vecchi difetti”, e in platea una delegazione del fan club ufficiale della band soffia bolle di sapone, regalando un tocco di romanticismo. Ma subito si riparte: è “Il giorno del mio compleanno”, e le corde di Carmelo Pipitone, le pelli di Ivan Paolini, i tasti di Paolo Pischedda e l’archetto di Mattia Boschi esplodono grinta, passione e ironia, fino alla conclusione della serata, non prima della mitica “Muratury”, “Cinestetica” e “Coincidenze”. Una conclusione arrivata troppo presto, e come sempre ai concerti dei Marta rimane il desiderio di ascoltarli ancora un po’, ancora una volta. Fortunatamente c’è un bis, “L’abbandono”, per salutare una delle migliori live band italiane che ci siano in circolazione.
(Silvia Pellizzon)
Foto: Ilenia Urso