Sono sempre stato affascinato dalle cose nuove o per lo meno a me sconosciute e continuo ad ammirare chi si spinge in “territori musicali” insidiosi e difficili ma a volte mi dimentico di quanto sia bello l’essenziale e questo è il momento giusto per ridimensionarmi un pò. Mi mancava sentire qualcosa di minimale come la voce di Ohio Kid accompagnata dalla sola chitarra acustica, non ci sono molte informazioni riguardanti questo “cantautore” di lui sò solo che viene da Bologna e che fà un folk da camera, proprio così sia la voce che la chitarra hanno un chè di lo-fi che rendono Balls un ep dall’impronta artigianale.
La caratteristica voce malinconica è il marchio di fabbrica di Ohio Kid che colora queste tre tracce con tinte un pò scure, partendo da “Balls” che sembra quasi una filastrocca un pò scazzata da fine estate per poi andare in territori Bon Iveriani con “Come to the north”. Probabilmente Ohio non sarà nemmeno un gran chitarrista ma la tecnica viene di gran lunga superata quando si riesce ad “arrivare” all’ascoltatore, non per niente il brano che ha suonato di più nell’autoradio della mia macchina è “Let’s go swimming”, arpeggio di chitarra sempre uguale a sè stesso che se ne và e riappare come un fantasma e la voce ora sofferta più che mai, un pezzo talmente basilare ma così denso di emozioni che da solo mi ha spinto a voler scrive queste poche righe.
Un “folk terapeutico” che riporta alle radici per un ep di appena 10 minuti che non bastano a sfamare le orecchie, ma per ora vediamo di accontentarci in attesa di un album.
(Andrea Tamburini)
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