A volte basta un niente per farti invaghire di un disco, a volte una scarica elettrica, magari lo scintillio di una batteria fiammante come la diabolica forza di uno screamo, ma la tenerezza è quella che di gran lunga la spunta su tutto, corredata dai pastelli e le raffinate volte cantautorali che tessono trame d’indie-folk impalpabili e antiossidanti; dietro il moniker Alessi’s Ark, si cela una giovanissima cantautrice londinese ventunenne che suona chitarra, batteria e canta stupendamente; è Alessi Laurent-Mark , una nuova forma di delizia che in una sola mezz’ora enfatizza tutta l’eleganza semplice dell’indie folk-pop, delicatamente, tra testi duri e poesie dolci insieme al suo compagno d’avventure Marcus Hamblett (chitarra elettrica, banjo, basso e voce) ed altri che l’accompagnano qua e la nella tracklist.
Time travel è il numero due della sua discografia, ed è il filo logico della sua interiorità, delle debolezze e forze che questa cantautrice immette con una straordinaria tensione calma nelle evocazioni del passato e del presente; melodie folkley messe in fila come perle di una collana che l’Alessi libera ad una ad una per avvicinarsi al meglio del profilo musicale dell’ascolto. Ed è uno spettacolo sonoro tenerissimo, come un caffè caldo in una giornata nuvolosa d’inverno.
Sensibilità pop e slancio melò, credenziali appropriate al centimetro e molta aria limpida alla Laura Marling e Mumford & Sons, passi lenti e ballate che nel caracollare spensierate intrigano molto (“Time travel”, “Wire”), piace il contrappunto arpeggiato estatico (“The fever”), la spennata decisa e corale (“Maybe I know”), il fischiettio silvestre della scampagnata di percussioni e armonici (“The bird song”) o ci si aggrappa alla grazia elettrica di una lap-steel che olia soavemente (“Kind of man”); non c’è nulla fuori posto, tutto pulito e ordinato come una cameretta di una diligente scolaretta.
Disco di una visuale disincantata e densità emotiva che vanno alle stelle, un contorno musicale che rende quest’album una delle cose più belle da ascoltare in questo periodo, ma fate presto perché tutte queste tredici canzoni , da quanto sono delicate, possono “evaporare” e sarebbe una grande perdita. Giuro.
(Max Sannella)