Seconda edizione per il KeepOn Festival, vetrina del circuito nazionale di live club e operatori di musica dal vivo. Per l’occasione sul palco del Live Club di Trezzo una ventina di band danno vita a una lunga giornata di musica. Purtroppo riesco a raggiungere la location solo alle 21, quando una bella serie di band ha già suonato. Solo per fare qualche nome Iori’s eyes, Eva Mon Amour, Aim e The Cyborgs.
Entrando trovo i Waines, tra i vincitori del premio Miglior rivelazione live, e dal set che mettono in scena si vede che il titolo è davvero azzeccato. Il trio non si risparmia e nella mezzora concessa infilano i loro brani adrenalinici a base di 70s rock in un crescendo d’energia. Si rompe la corda di una delle due chitarre, nessun problema, si suona con cinque corde e poi rapido cambio, come se fosse all’ordine del giorno. La tecnica c’è tutta ma il suono si sporca volentieri, si satura e impazzisce tra le mani dei tre siciliani. Più intimista la scelta musicale di Marco Notari, accompagnato dai Madam. Il cantautore astigiano presenta le canzoni tratte dal suo nuovo album Io? (disponibile dal 16 settembre). Sferzate rock ammorbidite dai testi introspettivi e dall’interessante collaborazione con Tommaso Cerasuolo (dei Perturbazione), ospite sul palco per il brano “Le stelle ci cambieranno pelle”. L’atmosfera rarefatta con cui chiude Notari à riscaldata dai Nobraino. Formazione che finora conoscevo soltanto di nome e che invece scatena il pubblico. Gli abiti circensi sono accompagnati da una musica giocosa e divertente condita di testi dell’assurdo. Scambi di percussioni al volo e discesa nel pubblico per agitare ancora un po’ le acque sulla loro personale versione di “L’Italiano”, il
grande classico di Toto Cutugno. Penultima band ad esibirsi i Perturbazione regalano uno show davvero carico, dal “Senso della vite” a “Nel mio scrigno”, fino ai brani più recenti tratti da Il nostro tempo rubato. La band torinese entusiasma con “Mondo Tempesta” e commuove con “Agosto”, chiudendo il set con “Buongiorno Buonafortuna”. Gli Aucan chiudono la giornata con un vero terremoto sonoro. Il tappeto elettronico di tastiere e drone si innesta su una batteria possente, le chitarre scaraventano il suono nel rock, ballabile ma pur sempre oscuro. I brani di Black Rainbow conquistano subdolamente per la loro varietà d’insieme, seducono l’ascoltatore per poi stordirlo. Una bella botta sonora. La musica italiana non sta poi così male, bisogna creare le giuste situazioni e innescare circoli virtuosi per farla conoscere.
(Amanda Sirtori)
Foto: Jessica Bartolini