Terzo lavoro per il quartetto veronese dei Retrolover, frenetico “little combo” che nelle sei tracce di Ma voi siete moderni mette una carica musicale variegata che va quasi a rielaborare il testamento di quei lavori concept in vinile anni 60/70, dove dolcezza e furore si accoppiavano in un rituale magnetico e lussurioso.
Ed è una bella storia questa dei Nostri, che in questa terza tappa della loro “carriera” riescono a sviluppare una forma di scrittura sempre più delicata ed incisiva, accompagnata da una vena roboante a fior di pelle che fa vibrare ed arricchire un pathos sconfinato, un universo malinconico ed incazzato a tempo indeterminato; con in tasca i Marlene di Godano e l’Agnelli Manuel dello scoramento, i Retrolover portano l’estetica al punto di fusione massimo, all’apice di un nichilismo ballabile, a tratti da pogo, a tratti da pensiero, una onestà tutta da condividere tra scatti, fuzz, arpeggi e stati di calma apparente.
Sei tracce che non hanno la finta esigenza di riffoni come pretesto per fare casino, feedback a manetta per creare illusioni o pistoni per rompere il confine di melodie, ma una piccola ed equilibrata intensità estremamente godibile e dosatamente sfacciata all’ascolto che se all’inizio con l’opener “Zoff” può far confondere e deragliare in territori deviati verso lo ska new wave e il conseguente “sbuffo catartico delle solite cose”, poi il guizzo del tutt’altro si fa avanti, capovolge e sveglia a dovere quello che già si era addormentato davanti a woofer e coni.
Un tentativo di rock evoluto? Si può affermare come si può avvertire una certa voglia d’internazionalismo, di volare oltre e di farsi catturare dalle braccia robuste di un pubblico allargato e con le orecchie ben dritte e captanti a largo raggio, una vogliosa libidine sonora che fa scintille e schegge impazzite di chitarra elettrica battuta a maglio (“Ricordati”), guizza nel pop amaro (“Il senso estetico dei pavoni”), muove le anche seducenti nella tribalità di “Enzo”, e finisce a “nuotare nell’aria” delle MarleneKuntziane “Oh!” e “Ultimo Km”; non è una dichiarazione di guerra, ma un bel disco di rock contemporaneo ed intelligente da ascoltare, riascoltare e tenere gelosamente custodito, una buona immagine sonora in questi tempi di recessione, dove sempre più materie prime cominciano a scarseggiare. Ma voi siete moderni? E tanti altri risponderebbero: vorremmo!
(Max Sannella)