Gli Unmade Bed vengono da Firenze ma potrebbero benissimo arrivare da qualche antro remoto dell’universo. Il loro Mornaite Muntide (seguito del loro album di debutto Loom, targato 2009) è un disco impressionista di sensazioni indefinite, un disco da ascoltare con le cuffie (come consiglia la stessa band) per carpire a pieno tutte le accortezze stilistiche che il gruppo ha saputo impiegare così bene.
Entriamo in una dimensione onirica, cristallina sin dall’overture affidata a “The Death At Twilight Of 25 Shattering Pieces Of Sharpring Thin Ice”, il brano più corto del disco (4’53’’) in cui il ritmo di Marcia e i carillon rendono tutto ancora più suggestivo mentre sullo sfondo voci maschili e femminili si rincorrono, cosa che in realtà si ripeterà nei pezzi successivi ma a volume quasi impercettibile. “Luna (And The Great Parade Of Creatures Tiptoeing Around The Scarecrow)” è un vero è proprio poema sonoro, così come le due tracce successive “Gentle Marionette Firflies Lullabying Weavy” (il cui inizio rimanda a “Treefingers” dei Radiohead) e “The Loony Crowes Hoohaywire In The Shadows Of The Gigantic Moon” (costruita su scale e contro scale) che costituiscono un unico blocco e l’ultima “At Twilight, Giant Farflies”.
Gli Unmade Bed uniscono la raffinata ricerca sonora all’estro psichedelico di stampo Barrettiano riuscendo a confondere la percezione e trasformando i sogni in incubi e viceversa, in un uno spazio che non ha alcun connotato fisico ne temporale e in cui non vi è nulla se non la nostra psiche riflessa, i Beatles lo consigliavano da un po’… “Turn off your mind, relax and float down stream: it is not dying” .
(Fernando Rennis)