Nel 2009 un gruppo chiamato (The) Unknown Pleasures cercava di spopolare con un EP intitolato Nugae. Ora, il nome della band sicuramente vi ricorderà qualcosa, e la domanda nasce spontanea. Suonavano in stile Joy Division? La risposta è ni. Ovvero, penso che a risentire i quattro pezzi dell’unica pubblicazione della band qualcosa di Ian Curtis ci sia, ma si denota maggiormente la voglia di scappare da un nome che potrebbe essere croce e delizia per dei ragazzi alle prese con i primi passi nel pianeta musicale. Alla fine dei conti per dei motivi che non conosciamo è stato più croce che delizia e tutto finì lì.
Ma come l’araba fenice ci insegna, anche dalle ceneri la vita può tornare a respirare e dopo decine di mesi e cambiamenti all’interno della band, quelli che un tempo si facevano chiamare riprendendo un disco eterno ora portano il nome The Secret Tape. Una cassetta segreta in opposizione a un disco immortale, ma non siamo proprio sicuri che il nome nasca proprio da questa idea. Comunque potrebbe essere una buona risposta da parte della band alla domanda tipica “Da dove nasce il vostro nome?”. Ma dalle supposizioni passiamo ai fatti che ci portano dritti al presente. Ci portano alla consapevolezza che Ian Curtis è morto e i Joy Division non esistono più se non nei fantasmi di Peter Hook bassista della band di Manchester che porta ancora in giro alcuni show del suo vecchio e inimitabile gruppo. I fatti dicono che al giorno d’oggi i ragazzi impazziscono per l’indie, musica sempre inglese ma che viene reclamizzata da formazioni come The Strokes (americani però) e Arctic Monkeys. E sono proprio questa tipologia di gruppi che vengono in mente quando si ascolta il debutto dei Secret Tape. Attenzione, non voglio confondervi. Tutti questi paragoni non influiscono sulle capacità artistiche di questa band tutta italiana. I quattro ragazzi di Parma sanno il fatto loro e si destreggiano alla grande con il loro garage indie rock n’ roll. Se volete delle prove potete semplicemente ascoltare le undici canzoni che compongono Archive 1, album a volte ballerino, a volte spensierato, che riprende le sonorità indie odierne con qualche punta nostalgica di un passato non troppo passato. Bisogna chiederci se sia giusto che una band abbia dei punti di riferimento. Io rispondo di sì, soprattutto per un debutto, sempre ammesso che con il tempo la maturazione musicale porti ad una identità personale più marcata.
“Archive 1” è un avviso. Noi siamo talentuosi (E lo sono davvero). Poi solo il tempo svelerà la vera natura strana dove possiamo immaginare un ipotetico Big Ben posto nella medievale piazza del Duomo a Parma o meglio ancora Buckingham Palace messo al posto della camera di San Paolo. The Secret Tape, noi siamo con voi. Forza ragazzi.
(Alessio Basile)
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