Sono arrivati i nuovi paladini del cantautorato scanzonato: la Banda Fratelli. I tre (Andrea, Matteo e Carlo, con un quarto intruso nella persona di Enrico alle tastiere) suonano un pop leggero dal gusto squisitamente vintage con inserti chitarristici vicini all’indie. I testi del gruppo sono saturi di intelligente ironia già percepibile dal titolo dell’album: Buongiorno, Disse il Metronotte.
La produzione è molto buona e i suoni sono sempre gentili. Le canzoni si susseguono abbastanza velocemente grazie a versi piacevoli da ascoltare per scoprire come vanno a finire le storie raccontate da questi moderni cantastorie. Da questo punto di vista una delle figure che più ricorda per attitudine questa banda è sicuramente l’indimenticabile Giorgio Gaber.
Sebbene sia stata ribadita l’aria retrò che si respira nell’ascoltare questo disco rimane il fatto che alcuni episodi sono figli di questi tempi: canzoni pop troppo ripetitive e simili a se stesse per rimanere nella testa dell’ascoltatore per più di 10 minuti. É questo il caso di canzonette come “In un Comò” e “Rosso”. L’allegra banda confeziona anche gemme di retrò-pop, che si rivelano le migliori canzoni del disco, e sono la title track e la vivace storia un pirata gentiluomo raccontata in “Il Pirata in Frac”. Una menzione speciale va fatta a “Un Fratello come Me”, un pezzo serioso e cupo (rispetto al resto dell’album) che spedisce la mente di chi ascolta direttamente nel selvaggio west a scoprire la storia di due fratelli con finale a sorpresa.
La Banda Fratelli, in sostanza, ci fa gioire con un disco uniforme per clima e attitudine, ma altalenante per soluzioni compositive. A colpire maggiormente sono le liriche: mai banali e che catturano come una calamita l’attenzione dell’ascoltatore. Per concludere è bello, qualche volta, ascoltare dischi sostanzialmente felici, che, per un pò sono in grado di farci divertire in modo intelligente.
(Aaron Giazzon)