I The Right Place nel posto giusto ancora non ci sono. Con l’impegno però possono arrivarci. Il gusto è brit pop, il clima è quello della musica d’oltremanica degli anni Novanta. Manca però l’incisività degli Oasis per onorare l’eredità dei Beatles e soprattutto il calendario è fermo a due decadi fa, dimenticando come si è evoluto il genere. Si, forse i brani non sono poi così potenti da rimanere indelebili nella memoria di chi ascolta e neppure l’uso della lingua impeccabile (cantare in una lingua che non sia l’italiano comporta attenzione maggiore perché il risultato è “ascoltabile” da un momento all’altro) però spiragli di miglioramento ci sono. Il primo pezzo, ad esempio, è strumentale (con un leggero coro di sottofondo) ed è già una scelta che merita attenzione. Se “(I can’t be) Happy” non è certo un capolavoro, “Cherry” è piuttosto godibile.
Non è un esordio col botto insomma ma, dato che siamo in tema, persino i Beatles furono bocciati al loro primo provino.
(Fernando Rennis)