Stelle e strisce tricolori. Se non ti dicessero che il disco è un’autoproduzione di un gruppo bergamasco penseresti già ad hamburger & company. I The Last Fight sono proprio vento che arriva da quelle parti, un po’ di Velvet Revolver, di Pearl Jam, momenti in cui la melodia ruba la scena alternati a ritmi sostenuti. Tra le prime note di “Saturday morning” t’aspetti che la voce di Robert Smith faccia capolino, “Everything you say” invece è un incrocio: sulla destra un ritornello alla Green Day, sulla sinistra un finale alla Muse. Scappa il sorriso quando si arriva al ritornello di “Rise Up”, cover irriconoscibile del tormentone discotecaro di qualche estate fa impacchettato da Yves Larock con tanto di parentesi reggae. I The Last Fight si divertono e fanno divertire, seguono la scia dei Waines lasciando a questi ultimi il blues e prendendosi il rock. Insomma: buona la prima.
(Fernando Rennis)