Che sia un EP, o che sia un singolo i Lola’s Dead ci regalano un buona mezz’ora di musica in sole tre canzoni. Canzoni che per la loro durata possono spaventare ma che poi si rivelano talmente importanti che il tempo diventa un fattore che passa in secondo piano. Tre track studiate, elaborate e colme, ma di sicuro mai noiose e ripetitive.
Il rock scelto da questa band tutta italiana (O si può dire che a volte è il rock stesso che sceglie la band per una questione divina al di sopra di noi) è una musicalità cupa e distorta. La chitarra pulita, viene ben arpeggiata per poi essere affiancata a quella più distorta che sottolinea i momenti più intensi dei brani. La parte cantata affidata ad Alberto Coco è tutta cantata in inglese donando al gruppo quel tocco straniero e che mette in dubbio la mia idea del dover cantare in italiano se sei un gruppo italiano. Le mie certezze vacillano, se poi i risultati sono questi, e che risultati. Tra la fine e l’inizio delle canzoni non c’è neanche il tempo di poter respirare. Questa assenza di pausa rende le tre track come una unica composizione farcita al suo interno con decine di sfaccettature tutte comunque legate insieme nel nome del rock, che ormai attraversa tutte le sue strade possibili in cerca della sua evoluzione.
Ottimo gruppo che racchiude in se la rabbia del grunge anni novanta ben mischiato alle esplosioni musicali alla Mogwai.
(Alessio Basile)
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