Quando si parla dei Ladytron non si può non fare riferimento al Synthpop. Da diverso tempo, Pet Shop Boys su tutti, il genere è riuscito a stratificarsi nei gusti degli ascoltatori più disparati. Arrangiamenti essenziali, tastieroni onnipresenti, voci lontane e ”soffiate”. Se in più si aggiungono look decisi e fortemente stereotipati, la macchina commerciale è oliata al punto giusto. I Ladytron sono una perfetta sintesi moderna di tutto questo.
Dalla loro, un ruolino di marcia impressionante. Dopo due ep, nel 2001 avviene l’esordio discografico con 604. Grazie al singolo ”Play girl”, ottengono fin da subito un seguito che sconfina ben oltremanica. É un successo tale che gli permette tra 2001 e 2003 di affiancare in tour artisti come Bjork e Soulwax. Con tali presupposti, è naturale che il secondo album ‘Light e Magic‘ ed il singolo ”Seventeen”, venga accolto come nuovo successo della band. Susseguono piazzamenti continui all’interno della top 100 ”Uk release”. A detta di tutti il 2005 è l’anno dei Ladytron. Consegnano alla stampa la loro terza fatica Witching Hour. Pitchfork Media li porta su un palmo di mano e NME assegna loro ben 5 award. Merito del definitivo Synthpop di ”Destroy everything you touch”. I live diventano sempre più richiesti, e i tour sempre più impegnativi. Per l’uscita del quarto album Velocifero passeranno ben tre anni. In questo periodo fioccano numerose collaborazioni, editing, remix con artisti di fama mondiale. Placebo, Blondie, Gang of Four, Dave Gahan, Christina Aguilera, Goldfrapp, Indochine, NIN…etc. Siamo arrivati ai giorni nostri, e i Ladytron fanno il ”giro di boa” dei dieci anni con la pubblicazione del loro The Best of (Qui la recensine). Rilasciato tra fine marzo e inizio aprile, contiene materiale rimasterizzato dai precedenti album più due inediti. Il singolo ”Ace of Hz”, anticipazione del nuovo album atteso per settembre ’11, e la cover di ”Little Black Angel” dei Death in June. Qui di seguito, l’intervista a Reuben Wu, tastierista e mente della ”macchina” Ladytron:

Qual’ è il significato del rilascio di un ”Best of” per i Ladytron?
Testimonia il nostro decimo anniversario dal nostro primo album, anche se sono 12 gli anni che ci uniscono come gruppo.
Siamo in piena era del digitale. Qual’è la relazione tra strumenti digitali e analogici nelle vostre canzoni?
Appena possibile, usiamo strumenti analogici. Che siano vecchi Korg, Harpsichords, batterie elettroniche. Lo strumento digitale rimane comunque importante. Certo, gli analogici sono più sensibili e piacevoli da suonare. C’è da dire che non siamo mai stati puristi del vintage sound. Pensiamo sia molto più originale combinarli tra loro in egual misura. Se mi chiedi di scegliere tra un bel sound digitale e uno analogico, ma orribile, sceglierò sempre e solamente quello che suona meglio.
Che cosa ne pensate delle voci femminili che stanno dilagando in questi ultimi 5 anni? Intendo
quelle sottili voci da bambolina… (Joanna Newsom, addirittura Pj Harvey nell’ultimo ”Let England Shake”). Vi sentite in qualche modo vicini a questa corrente?
quelle sottili voci da bambolina… (Joanna Newsom, addirittura Pj Harvey nell’ultimo ”Let England Shake”). Vi sentite in qualche modo vicini a questa corrente?
Personalmente non credo. Non abbiamo mai voluto far parte di un trend specifico. Come sai, assistiamo ciclicamente a delle correnti artistiche che diventano un marchio. Per noi l’arte influenza altra arte in diversi modi, dove la soggettività ha la sua importanza. Più che lo stile di cantato, negli ultimi 10 anni, per molte band, l’attenzione si è spostata soprattutto sull’uso massiccio di tastiere.
Considerando la vostra attività in toto, qual’è il motivo scatenante per cui, ad un certo punto, avete deciso di utilizzare delle uniformi mono-cromatiche nei vosti live?
Stilisticamente, le uniformi servivano a farci riconoscere dal pubblico, quando ancora eravamo sconosciuti ai
più. Troppe band avevano un look rozzo e confuso e noi desideravamo apparire come un’unità. Inoltre, posso dire che c’era un aspetto giocoso e divertito...

In internet compare un remix della canzone ”Seventeen”, remixata dai Soulwax. Sapresti dirmi da dove nasce questa collaborazione?
Dave e Steph ci hanno fatto sentire un remix che avevano creato sulla canzone di Kylie Minogue ”Can’t get you out of my head”, fatto solamente con delle chitarre. Estasiati, abbiamo chiesto che facessero la stessa cosa per ”Seventeen”.
Sembra che alcuni nuovi giovani ”Computer Nerds” prendano spunto da band ”Synth based” come la vostra. Hai qualche consiglio utile per scongiurare l’attitudine per la quale ”qualsiasi suono/composizione processato al computer è sicuramente ”cool”?
STATE LONTANI DAL COMPUTER!
Dopo 10 anni dal vostro album di debutto ”604”, come arrivano i Ladytron al giorno d’oggi?
Abbiamo appena lanciato il primo singolo (“White Elephant”) contenuto nel nostro prossimo album (Gravity the Seducer) che uscirà in settembre.
Per concludere, avete qualche anticipazione sulle date italiane del vostro prossimo tour? Cosa devono aspettarsi i fans italiani dei Ladytron?
Per ora niente di fissato, è ancora un po’ presto, ma appena saranno confermate le date, sicuramente avvertiremo i nostri fans. Ci piacerebbe moltissimo tornare qui da voi!
(Giulio Feltrin)