Dopo l’album Segnalibro del 2008, tornano i Sintomi Di Gioia con un EP in free download chiamato L’Animale, composto dall’omonimo brano originale più tre cover della musica italiana dagli anni ’70 fino ai giorni nostri. “L’Animale” è un brano curioso e piacevolmente sperimentale: una lavorazione del brano piano e voce registrato in presa diretta con un telefono cellulare. La qualità della “traccia demo” penalizza un pochino l’originalità della scelta artistica ma gli arrangiamenti elettronici creati postumi arricchiscono il brano di un pathos davvero piacevole e denso di una vena minimale e ambient che mi richiama la romanticissima scena elettronica islandese (…e sia chiaro, Islanda non significa sempre Sigur Rós o Björk!). Sarebbe stato molto interessante ascoltare il brano registrato in modo più professionale ma credo che, visto il risultato, si possa anche sorvolare e lasciare insoddisfatta questa curiosità, no?
Le cover. Premetto che, in generale, non sono un grandissimo fan delle cover, quindi sono rimasto un po’ spiazzato. I Sintomi Di Gioia ci ripropongono, in ordine, “Arrivederci Addio” dei Perturbazione (il quale chitarrista Cristiano Le Mele è presente come ospite), “Era Inverno” de Le Orme e “Spazi Autogestiti” dei Ritmo Tribale (nota personale: è sempre un piacere vedere che questa sottovalutatissima rock band italiana è ancora presente nel cuore delle persone!). Mi piace la “sfida” che propongono: hanno preso tre canzoni di tre gruppi molto diversi tra loro e, in questi casi, sarebbe semplicissimo dare l’impressione di fare un mixtape, vale a dire tre cover che suonino poco più di un riempitivo. Tre cover dal sound diverso. Tre cover e basta, insomma… I Sintomi Di Gioia, invece, hanno bravura a sufficienza per far vivere le tre cover dentro un’idea comune e un suono preciso. A volte forse si è troppo vicini all’originale ma altre volte si fa un buon lavoro di rilettura; nel complesso è un lavoro apprezzabile. “Era Inverno” (magistralmente impreziosita dall’organo hammond dello stesso Tony Pagliuca dei Le Orme!) è secondo me la più riuscita perchè, pur togliendo i virtuosismi tipici e caratteristici della storica band veneta, i nostri riescono a proporre una rilettura che non stravolge il brano originale ma anzi lo arricchisce di una vena personale che dà identità al tutto, cioè come secondo me dovrebbe essere una cover. Per questo ultimo motivo, però, mi sento di promuove più della altre “Spazi Autogestiti”, la quale rilettura più quiete è anche la più personale delle tre e la più diversa rispetto alla versione originale.
In definitiva, i Sintomi Di Gioia meritano di essere promossi. Per la bravura dimostrata nel farci ascoltare come hanno nel cuore la loro musica preferita e, soprattutto, per averci regalato un loro brano che certamente non è la tipica canzone di 3 minuti e mezzo che si può sentire dappertutto. Bravi!
(Carlo Baldini)