In una lista di nuovi ed interessanti gruppi tra cui scegliere, l’occhio mi è subito caduto, sugli Hank, nome che ha immediatamente evocato in me “Il Grande” Bukowski, Hank appunto.
Incuriosita ascolto il loro Ep dal titolo Polvere, sei pezzi in tutto con quel tipico sound che subito ti fa dire: “Non sono italiani, vero?”. Non solo lo sono, ma i nostri ragazzi campani, sono riusciti nell’ormai sempre più difficile impresa di non sembrare un collage, scopiazzando riff e motivetti qua e là, risultando internazionali si, ma senza diventare cloni di tal gruppo brit nondimeno capaci di ritmi incalzanti che entrano in testa, senza però creare dei tormentoni, nell’accezione negativa del termine; Principio guida del disco è senz’altro l’ironia, i testi irriverenti e diretti accompagnati da quel rock scattante misto ad effetti synth che ne definiscono il lato danzereccio.
At last but not least, merito alla scelta o comunque all’uso dell’italiano, che poco sembrerebbe sposarsi con questo genere ed invece risulta essere semplicemente perfetto.
(Ilenia De Stephanis)