Questo ep che segna l’esordio discografico del veronese Antonello Parlapiano (all’anagrafe Daniele Antolini), convince solo a metà. Sono tutte canzoni pop arrangiate con batteria elettronica e l’utilizzo della voce filtrata, di testi che parlano di amori finiti e disillusioni, talvolta banali, come ad esempio nella canzone “Tornare indietro“: “il tempo che ti ho rubato non ritornerà, quello che ti ho insegnato non ritornerà. Come si può fare? Non si può tornare indietro”.
Sicuramente la canzone meglio riuscita è “Storia dell’uomo un pò triste“ con un arrangiamento lo-fi, che potrebbe vagamente citare la semplicità malinconica di Dente. La preferisco su tutte perchè sia il testo che l’arrangiamento, proprio grazie alla loro semplicità, riescono ad entrarti subito nella mente ed al secondo ascolto, ti ritrovi a cantarla. Le restanti canzoni risultano buone nelle intenzioni ma forse anche a causa dell’utilizzo del filtro nella voce, in alcuni casi non convincono pienamente. Se tutto l’Ep suonasse come la canzone citata inizialmente ci saremmo trovati tra le mani un ottimo prodotto, promosso a pieni voti, ma purtroppo non è così.
Buono per le intenzioni ed il coraggio che gli fanno meritare ampiamente la sufficienza, ma per convincere pienamente nel firmamento dell’indie nostrano, la strada da percorrere è ancora lunga.
(Cristian Zaffaroni)