Sandland, uscito quando ancora il freddo si infilava tra i vestiti e la pelle che i Jackie O’S Farm sono riusciti, da veri toscani doc, a placare con i raggi del sole. Ed ecco il nuovo album, un concentrato di positività che dà al primo caffè della mattina un sapore diverso. Un album che non si butta a capofitto su testi e musica ma lascia che le cose vengano da sé.
“Coffee And Cover” è l’inizio che porta con sé l’emblema di come la semplicità possa portare buoni pezzi, niente virtuosismi e finalmente un inglese che non dà la sensazione di unghie strisciate contro una lavagna, cosa che mi capita spesso quando ascolto gruppi italiani che cantano un inglese senza speranza; un pezzo chitarroso (nel senso indie) e allegro al punto giusto. La voce di Giacomo Vaccai (voce e chitarra) apre il secondo pezzo “Lay Down” un po’ troppo country style ma che risulta piacevole perché mantiene in alto il sole e scalda come la prima canzone. “Killer in Love” rallenta un po’ i ritmi lasciando che il sole porti un po’ di sentimentalismo soprattutto nell’ultima parte strumentale del pezzo. In “Sandland” torna invece lo stile che non apprezzo tanto, ma che sto rivalutando, con virgole di rock allo stato puro, un miscuglio un po’ forte ma che non perde mai la strada. É con “Wide Awake” inizia a scendere il sole insieme ad un velo di malinconica, un brano socchiuso che tende l’amo a “Change your mind” il quale mantiene il filo della lentezza. “Wake Up” ha l’intro che mi ricorda tanto (troppo) “Time of your life” dei Green Day, giusto per la chitarra spezzata e ripetuta perché poi la spinta è quella di un indie rock puro sangue. Stacca la vena dei pezzi precedenti “While” donando l’ultima scarica di energia prima della chiusura. “When you sleep” delizia con la sua dolcezza a tratti anche troppa. E alla fine venne l’ignoto “The Unknown”, forte è la sensazione del “l’ho già sentita… mi ricorda tanto…” , poco dopo mi propongo di lasciare stare e far sì che si possa chiudere in bellezza, come è giusto che sia.
(Ylenia Esposto)