I Christine Plays Viola ci propongono un promo di tre pezzi di matrice palesemente new wave con chiari cenni dark wave, che suonano piacevolmente retrò. Il gruppo abruzzese, attivo dal 2008, ci dà un assaggio di quello che sa fare fornendoci una lezione di atmosfere fosche, rarefatte e oscure.
Le danze sono aperte da “Swallowed Cold Insanity”. Un pezzo post-punk con una batteria dritta e precisa, sferzate di chitarra graffianti e pungenti il giusto di scuola Joy Division (quelli di Unknown Pleasures). Le linee vocali sono uno degli aspetti più interessanti del lavoro della band: raccolgono il meglio della tradizione della musica alternativa degli anni ’80 da Robert Smith a Dave Gahan, costantemente sospesa tra versi quasi parlati e dilatate frasi sostenute da dosi massicce di delay.
Il secondo pezzo (Witch of Silence) colpisce per il bel tappeto sonoro imbastito dalle chitarre e dalle tastiere che ne fanno il pezzo più interessante, dal punto di vista compositivo, del promo. La chiusura è una dolce e tenebrosa coda sonora costruita da una chitarra melliflua e sperimentaleggiante e da leggeri tocchi di pianoforte.
Si chiude, troppo presto, con Failed to Connect to Hear pezzo che non aggiunge nulla di nuovo nella ricetta messa insieme dalla band. Da segnalare l’inserimento di una nuova voce a dividersi le liriche con quella principale.
Per concludere i CPV sono un gruppo che propone un interessante collage di influenze anni ’80 senza scadere mai nel banale, ma ripetendo la formula per tre volte senza aggiungere nulla di nuovo al genere.
(Aaron Giazzon)