Il cosiddetto “cantautore” bergamasco Andrea Casali, alias Caso, è tornato nei negozi di dischi con il nuovo Tutti dicono guardiamo avanti. L’abbiamo conosciuto un paio di anni fa quando esordì con Dieci Tracce e si fece subito apprezzare per il suo folk-rock scarno e sincero. Sia chiaro, io non l’ho nemmeno notato ai tempi, ma evidentemente qualcuno è stato più accorto, questo è il problema. Ridotta all’osso la strumentazione in quest’ultimo lavoro, da apprezzare resterebbe la voce, la sua chitarra e l’armonica. Mi ricorda qualcuno… Chi? Ah sì… un tale Vasco Brondi. Però meno incazzato e visionario e più simile a Marco dei Cesaroni per intenderci. Dev’essere proprio colpa delle Luci se Caso ieri, e ancora oggi, è riuscito a pubblicare qualcosa. Da Brondi in poi si è aperta l’autostrada che dalla spiaggia con i falò tra amici, porta dritti in sala incisione. Così non c’è altra spiegazione, Caso è stato uno dei fortunati ad insozzare di sabbia l’ennesima sala di registrazione.
Cerca di essere sentimentale, onesto e in questo credo ci riesca, credo nella sua buonafede e credo che lui lo sia realmente. Un disco scivoloso, ma di quelli in cui l’attrito è talmente fastidioso che fai fatica a non opporre resistenza. Ma in questo caso mi tocca e la mia sarà una lenta e dolorosa agonia tra le nove tracce, nemmeno troppo lunghe, per fortuna. In “Balena bianca” la diade strumentale abbandona l’armonica per fare cambio con una chitarra elettrica mentre parla di confini, circumnavigazioni, ma non sta ripassando la geografia, parla di abbandoni e finalmente esce fuori tutta la sua onestà, ammettendo che le frasi migliori che pensa le dicono gli altri (cit.)!
“Zero indietro” evoca in me un desiderio, ovvero quello di azzerare l’ascolto, mettere a tacere questa traccia per il bene dell’udito e di tutti i cattivi sensi che si attivano di conseguenza. Ma l’onestà non appartiene solo ad Andrea; anch’io lo sono e mi tocca ammettere che, a differenza delle altre, ci sono un paio di tracce degne di attenzione, come “Aranciata amara” che è davvero una bella canzone, forse perché la più riuscita nell’imitazione di Brondi, ma anche “Ripasso dei fondamenti” in cui mi rispecchio decisamente nelle parole quando canta “E con la penna dribblare il mal di testa”. Sperando che le tracce diminuiscano disco dopo disco seguendo l’attuale andamento, il prossimo a cui presterò attenzione sarà il monotrack.
Ma del resto, come lui stesso dice, che la musica sia di nicchia o di merda non importa, al primo posto c’è l’onesta! Anch’io dico guardiamo avanti!
(Valentina Blundo)
Caso – Tutti Dicono Guardiamo Avanti by italianmusicfordummies