Nel 2004 ho avuto l’occasione di conoscere musicalmente i Fata dopo averli sentiti e giudicati positivamente nella compilation tutta italiana “Indies Against In(vi)die”. La canzone con cui partecipavano era “Momenti Di Alta Pressione”, caratterizzata da una buona vena di rock deciso. Ma il tempo rimpiazza i CD con altri CD e alcuni gruppi vengono momentaneamente impolverati da altri nomi più recenti e freschi così purtroppo li ho persi di vista, anzi d’orecchio.
Appena inizio l’ascolto di Diviso2 la voce di Roberto Ferrari fruga nella mia memoria e come un tornado che riporta alla luce un vecchio tesoro, riscopro piacevolmente i Fata.
Quello che mi sono perso è l’album di debutto Percezione Del Nero uscito nel 2008. Quello che vi sto raccontando ora invece, sono favole dark da ascoltare accompagnati dalla purezza di un bambino, perchè a noi adulti il mondo nudo e crudo raccontato dal gruppo modenese intimidisce e lustra antiche paure di vecchi spauracchi.
Musiche e note vanno in simbiosi verso un’unica direzione. Le tastiere come le parole esprimono tutte le complicazioni del genere umano fin dalla prima canzone intitolata “Diviso 2” dove la frase “Non si può tornare indietro mai” non lascia dubbi sulla strada new wave intrapresa dalla band. Il susseguirsi dark tocca le tematiche di estraneazione, irrealtà e raggiungono il top quando “Senza cura” conta le ultime gocce di speranza visto che le cose cambiano in modo rapidissimo.
Non c’è da spaventarsi più di tanto, anche nel mondo più buio c’è sempre un piccolo barlume di speranza e ogni gruppo che punta sul nero offre una soluzione ai problemi con la loro melodia capace di riscaldare ogni cuore predisposto, e questo vale anche per i Fata.
(Alessio Basile)