Prendete un gruppo che dal 1983 ha segnato un modo di fare musica. Uno di quei gruppi che anteponevano il muro di suono fra loro e il pubblico, senza però dimenticare le melodie trascinanti. Uno di quei gruppi che nonostante gli anni riesce a pubblicare tuttora album affascinanti (Farm, 2009). Uno di quei gruppi che univano la sfrontatezza dell’hardcore punk con le nuove sperimentazioni noise, centrifugando il tutto in una struttura lineare. Spero abbiate già indovinato gli artefici di tutto ciò. Beh se non lo avete fatto andatevi ad ascoltare You’re living all over me e iniziate ad amarli. Loro sono i Dinosaur Jr. Colonna portante di cotanto ingegno è un curioso personaggio: J Mascis. Capello lungo fin dalla nascita, voce che definire caratteristica è dir poco, arriva con un album da solista che al primo ascolto mi ha fatto pensare: “ma si è dimenticato di accendere gli amplificatori?”
Several Shades of Why è uno di quegli album che ascolti e riascolti fino a conoscerne ogni accordo. Bello, delicato senza arrivare al melanconico, che vorresti ti accompagnasse dappertutto, al supermercato, in auto, mentre imbianchi le pareti della tua camera, ma che se ascoltato a volume medio, distesi sul pavimento, ritrova tutta la sua poesia.
Several Shades of Why è un album quasi del tutto acustico che odora di quel cantautore inglese alla Nick Drake, ma anche al più americano folk della West Coast di David Crosby, passando per Neil Young, fino ad arrivare a lavori meno datati come Bon Iver. Attenzione non sto parlando di influenze, ma di suggestioni! Le canzoni sono di gran gusto, arrangiate con stile e precisione, in cui il minimalismo non pesa, anzi è un valore aggiunto. Qualche violino, sporadiche voci femminili, cimbali, chitarra elettrica e poc’altro. Infatti la maggior parte delle canzoni è composta da voce e chitarra acustica. Tutto il resto è poesia. Liriche mai banali o scontate, ballate da cuori infranti, momenti onirici assieme ad altri più ironici.
La cosa assurda è come J Mascis riesca a sentirsi a proprio agio intraprendendo un genere mai toccato (da lui) fin ora, se non in sporadici momenti. E come riesca a farlo con la scioltezza di chi lo fa da sempre. Invecchiando, allargandosi sempre più, coltivando dei canuti quanto lunghi capelli, riesce anche a comporre una serie di canzoni immediate, ma non scontate.
Probabilmente ci troviamo di fronte ad uno dei piccoli gioielli sconosciuti ai più e che lasceranno il segno. Anche se i molti storceranno il naso dinnanzi all’evoluzione di un artista spesso legato ad un diverso modo di fare musica e che dimostra a 45 anni suonati la sua giovinezza.
(mr_n)
J Mascis – Several Shades of Why by subpop