Mixing berries, album d’esordio del trio folk Honeybird & the birdies sembra una riedizione aggiornata del romanzo di Jules Verne “Il giro del mondo in 80 giorni”. La trama è nota a tutti, ma vale la pena ricordarla brevemente: Phileas Fogg, ricco ed annoiato signore londinese, ed il suo fido cameriere tentano di circumnavigare il globo in 80 giorni per vincere una scommessa. Agli “Honeybird & the birdies “, per raggiungere lo stesso obiettivo, bastano 15 canzoni che portano alla scoperta di sonorità e ritmi da tutto il mondo.
Mixing berries è la colonna sonora di un viaggio tra le strade e le piazze del mondo raccontato da tre artisti di strada armati di strumenti, sacco a pelo e talento.
Gli “Honeybird & the birdies” sorprendono per il loro eclettismo fin dal primo pezzo. Come l’ape di “Quemby the queen be”, (che segue l’intro a cappella “b+”), volano da una canzone all’altra, passando con invidiabile disinvoltura dal francese (“La bete mouffette”, quasi Gainsbourgesca), allo spagnolo (vedi “Charlas” e “Maximon” per citarne un paio), dal portoghese (“Pequeninho frango”) allo svedese con incursioni nell’arabo e nell’yiddish. Ed è con la stessa disinvoltura che mescolano nella loro musica strumenti non convenzionali come charango, balafon e kalimba.
Il viaggio è un tema caro agli “Honeybird & the birdies” e non potrebbe essere altrimenti visto che il trio stesso nasce a Roma da un incontro quasi casuale di tre musicisti, partiti da diverse città .
Quello di Honeybird, voce e chitarra delle band e autrice della maggior parte dei pezzi è un viaggio che parte da lontano. Nasce e vive a Los Angeles, ma è in America Latina che plasma il suo gusto musicale. È lì che scopre il charango, uno strumento tradizionale delle Ande a 10 corde, che ha un forte impatto su di lei e che viene utilizzato quasi costantemente nel disco. Per gli altri due membri del gruppo, P-Birdie (flautista e percussionista siciliana) e Ginobord (bassista di Anzio), il tragitto da percorrere è decisamente più breve. È comunque un viaggio benedetto quello degli “Honeybird & the birdies”, visto che consegna al panorama della musica indipendente italiana una piacevole sorpresa.
(Alberto Di Martino)