Maturità. E’ la prima cosa che è venuta in mente ascoltando questo disco dei milanesi Kild. Un album di rock moderno, profondo e potente, intelligente ma mai palloso, ricco di sfumature e colori, raffinato ma non elitario. “Dearfriend” è un perfetto bignami del loro sound e un bellissimo biglietto da visita per queste 11 tracce. Un giro di basso cupo e minaccioso, la voce tremante, la batteria leggera ma decisa, e poi quel pianoforte così freddo e distante, quasi inquietante, ti lasciano dolcemente in sospeso fino alla metà del pezzo dove la tensione si dipana, le chitarre entrano a sostegno della canzone, la ritmica si fa incalzante, la melodia ti guida fino alla chiusura del cerchio dove il finale della canzone ne richiama l’inizio…. l’impatto con questo disco è veramente notevole. Le chitarre sono in primo piano in “Earth Dance”, ruggiscono nel refrain, e assieme alla voce di Fabio Roveroni ricordano i migliori Creed, quindi ci aggiriamo nei tardi nineties, temporalmente parlando, probabilmente il periodo dove si sono sviluppate le influenze sonore maggiormente riconoscibili. Fantastico il finale col sound saturato ad arte, gli Alice In Chains sono dietro l’angolo, mentre il ritornello esplode di nuovo, ti trascina e ti porta dove puoi goderti la quiete dopo la tempesta, la delicatezza del fraseggio finale chitarra-voce è di un’intensità disarmante. “Philosophy” è un pezzo che cresce dall’inizio alla fine, ha una struttura meno convenzionale del solito, che permette alla band di arricchire il sound passaggio dopo passaggio, con naturalezza e disinvoltura, mantenendo la tensione emotiva sempre ad altissimi livelli; questi ragazzi hanno una tale coscienza dei propri mezzi da permettersi di sviluppare il loro sound in canzoni articolate ma mai noiose senza preoccuparsi del minutaggio, facendo tesoro della lezione che i Radiohead diedero al mondo con “Paranoid Android”. Questi primi 3 pezzi infatti viaggiano sulla media dei 6 minuti l’uno, ma come sempre accade quando ci si diverte, ci si accorge che questi primi 18 minuti sono letteralmente volati.
Fantastico il contrasto tra le atmosfere sognanti della strofa di “Here In My Bedroom”, una sorta di ninna-nanna claudicante risucchiata nel vortice di elettricità del ritornello. I Kild affondano le loro radici nel sound dei nineties, lo arricchiscono, lo sviluppano con la loro sensibilità; suonano rock, sfiorano il pop, giocano con l’alternative, citano indifferentemente i Radiohead e i Nirvana, ma presto vi renderete conto che pescano liberamente da tutto ciò che il rock è stato negli ultimi 20 anni: grunge (post e non), indie, alternative, persino crossover…r icordandovi tutto e il suo esatto contrario. Non ci credete? Ascoltatevi “Joyfulness”, la sua strofa made in UK magicamente completata da un ritornello il cui riff potente e sulfureo mi ha fatto pensare addirittura agli Amplifier, il pezzo ti gira e ti rigira, in un vortice di emozioni e contrasti assolutamente incredibili. E che dire del primo singolo “In His Likeness?” Un fottuto pezzo di alternative come si usava fare una decina di anni fa prima dell’avvento del nu-metal, una specie di Helmet meno noisy e schizoidi, ha un refrain che dal vivo può essere pericolosissimo.
Questo disco è la dimostrazione di come si possa combinare tantissime influenze nel proprio suono senza clonare nessuno, ma anzi dimostrare grande coraggio e personalità nel combinare tante varietà di stili…. dite quello che volete ma io a tratti in “Your World”, sento addirittura un eco lontano dei primi Amen. Si, cazzo, gli Amen! Ascoltate con attenzione quel riff acido e spietato, la voce filtrata… E poi, come per incanto vi troverete già alla fine, vi farete cullare da “After All”, e vorrete ricominciare tutto da capo. Perche? Forse per capire come hanno fatto questi ragazzi a fare stare tutte questi colori su un’unica tela senza combinare un macello, o più semplicemente per riascoltare un gran bel disco. Ma se la prima motivazione è pressochè inutile, in quanto si tratterebbe di razionalizzare e quindi capire una qualità innata (e ai più sconosciuta), denominata semplicemente talento, sulla seconda niente da obiettare: è semplicemente tempo speso maledettamente bene.
(Andrea Gnani)
Kild – Smallness towards the Secret by Black Nutria promotion