Quando si dice che “l’abito non fa il monaco” non sempre si ha ragione: esistono anche le eccezioni che confermano la regola, ovviamente.
Un’eccezione sono gli Elizabeth che, con il loro Ruggine si presentano come accoliti della folta setta dei seguaci del British Style e si riconfermano come tali in tutte le 12 tracce del loro album.
Che poi la lingua delle loro canzoni sia l’italiano è l’ennesima conferma della loro particolarità e della loro attitudine nei confronti di un genere che fanno loro davvero fino in fondo.
Quando ci si ritrova con il loro album tra le mani la copertina già preannuncia la loro fedeltà al Regno Unito, confermata senza ombra di dubbio dal libretto nella parte interna dell’album, dove in copertina dominano i colori della bandiera inglese, adattati alle forme di una chitarra. C’è da dire che colpisce davvero parecchio e le aspettative non vengono deluse dal contenuto del libretto.
Testi incredibilmente concentrati sul presente, senza soffermarsi troppo né sul passato né sul futuro, perché il presente è la fonte di ispirazione di questi ragazzi che sanno come arrivare dritti dritti al punto. Da ascoltare “Io convivo con me” e “Certi giorni”, oltre ad “Elisa, sempre qui” per come i loro testi, carichi di significati importanti, si miscelano alla perfezione con la musica.
Probabilmente la voce del cantante non vi dirà un granché al primo ascolto ma, una volta apprezzata fino alla fine dell’album saprete lasciarvi convincere dal suo sapersi adattare a melodie molto diverse tra loro ma comunque accomunate da dei suoni curati e da ritmi che sanno conquistare.
Un’ulteriore curiosità? Questo cd, stampato e distribuito dalla Universal e prodotto dalla Mescal, è stato realizzato ad emissioni zero grazie ai certificati di produzione rinnovabile Edison (RECS).
Bèh, che ci fate ancora lì? Volete fare la ruggine? Ascoltatela, piuttosto.
(Chiara Colasanti)