La sperimentazione musicale è solo una delle forme che può assumere il collettivo AKR, nucleo artistico operante nel sottobosco di Roma capitale, armato di entusiasmi e nobili propositi, e dal cui ventre arrivano i Bon.not.
Un nome scelto non solo perché suonasse bene, ma piuttosto pensato come omaggio dichiarato alla figura di Jules Bonnot, idolo pagano per pochi, che suggerisce un immaginario fra vita violenta e ideologia in bianco e nero davanti al quale si consacrano gli umori e i sentimenti resistenti del gruppo.
La voce, stretta intorno a suoni metallici e beat congelati, ci invita nei primi versi del loro EP d’esordio a fermarci e a considerare: così obbediamo e rimaniamo immobili mentre una specie di manifesto politico-culturale ci lava via residui piccoli di quello spirito natalizio che una volta ci voleva di punto in bianco tutti più buoni. Ecco riassunte in cinque minuti “le migliori intenzioni”dei Bon.not, contenute nel disco E intanto fuori piove.
Musicalmente il gruppo prova a mettere in contatto due mondi particolarmente distanti, limitando per quel che può cortocircuiti pericolosi. Elettronica minimale e glitch come potrebbero fare i Telefon Tel Aviv o Dntel insieme però ad una spiccata sensibilità cantautorale.
“Dal Fango” e dal sangue affiora anche il teatro-canzone, racconto dell’avvilirsi democratico nel quale sembra di ascoltare un Mimì Clementi schifato e sdegnato, e che invece proviene dalla fabbrica di rumori e parole dei Bon.not che minaccia ancora una volta di abbattersi pericolosamente sul buonismo imperante. In fondo a questo EP si nasconde poi “Come fossero perle”, un ultimo e notevole brano a metà strada fra Riccardo Sinigallia e Vasco Brondi, per quelle domeniche in cui il termometro della fiducia scende al di sotto del livello di guardia.
É soffice musica da battaglia quella che sperimentano i Bon.not, è ricerca di forme nuove e spazi anche minimi attraverso cui inviare messaggi forti e chiari ad un Titanic che sta per entrare in collisione con l’iceberg. All’EP, purtroppo, per potersi dire davvero riuscito mancano i grandi slanci capaci di rapire l’attenzione, e così di tutte queste parole contenute in “E intanto fuori piove” alcune scivolano via e si perdono senza lasciar traccia, ma nonostante questo i Bon.not dimostrano passione e soprattutto idee molto incoraggianti per il futuro. Nel frattempo non ci resta che apprezzare le buone intenzioni e il loro amore per le viole.
(Alberto Mazzanti)